Un cadavere di donna fatto a pezzi è stato trovato in un borsone nel Po e tra le ipotesi al vaglio c’è quella che si tratti di Isabella Noventa o Samira El Attar. Il ritrovamento è avvenuto nella serata di ieri in una golena a Santa Maria Maddalena, frazione di Occhiobello, in provincia di Rovigo. Un passante ha notato il borsone lungo l’argine sinistro del fiume. Sul posto sono intervenuti i carabinieri, che hanno transennato l’area per i rilievi del caso. Stando a quanto riportato dal Corriere della Sera, la donna potrebbe essere stata vittima di una morte violenta. Così come non si esclude che il corpo sia stato trascinato dalle correnti nell’area della curva del Malcantone, quindi anche da altre province.
La salma è stata ritrovata in discreto stato di conservazione, nonostante la permanenza in acqua, ma è priva di testa. Dunque, sono stati predisposti esami per identificare la vittima, ma altri potrebbero essere disposti dal pm di turno Andrea Bigiarini. Inevitabilmente, come accade quando ci sono ritrovamenti in Veneto o ai confini, si rievocano le vicende di Isabella Noventa e Samira El Attar, due donne i cui corpi non sono stati mai ritrovati.
CADAVERE A PEZZI NEL PO: SI INDAGA PER OMICIDIO
Durante le indagini svolte per i casi di Isabella Noventa e Samira El Attar gli inquirenti hanno ipotizzato che entrambe, dopo essere state uccise, sarebbero state gettate in acqua. Considerando le condizioni in cui si trova la salma, spiega il Corriere della Sera, è difficile, ma non impossibile, immaginare che il cadavere decapitato possa appartenere a una di loro. Sabrina Duò, procuratrice capo, ha dichiarato: “Procederemo con accertamenti tecnici per restringere il campo delle ipotesi che oggi, per forza di cose, sono a 360 gradi”.
Dunque, è stato aperto un fascicolo per omicidio. Si comincia con gli accertamenti tecnici sul corpo e la verifica delle banche dati degli scomparsi e degli omicidi in cui non vi è il corpo della vittima. Chi conosce la zona sostiene che ci sono nei pressi di Occhiobello è improbabile che il borsone col cadavere decapitato sia stato lasciato lì vicino. Quindi, l’ipotesi accreditata tra i conoscitori del fiume è che i resti arrivano da fuori provincia.