Dopo esser stata travolta da social e mondo dello spettacolo per aver semplicemente detto che pur non avendo nulla contro le persone trans lei considera esistenti due soli generi, quello maschile e femminile, JK Rowling ha deciso di lanciare assieme ad altri 150 intellettuali una lettera-iniziativa sul crescente rischio di “politicamente corretto” sempre più censurante di chi non la pensa come il mainstream. Per cui JK Rowling, Salman Rushdie e Margaret Atwood, ma anche Noam Chomsky, la femminista Gloria Steinem, il maestro di scacchi russo Garry Kasparov e l’autore Malcolm Gladwell hanno firmato la lettera che denuncia la «restrizione del dibattito» evidenziando come forte pericolo mondiale la scarsa libertà di parola. «A Letter on Justice and Open Debate» (qui il testo integrale, ndr) è il titolo dell’appello firmato dalla creatrice di Harry Potter e che sta già facendo discutere ulteriormente il mondo della cultura e dello spettacolo internazionale: dopo aver attaccato le “forze illiberali” in stile Trump, denunciano l’opposta ma secondo loro altrettanto pericolosa deriva degli oppositori con forte rischio di intolleranza su entrambi gli schieramenti.
L’APPELLO PER LA LIBERTÀ DI PAROLA
E così tra MeToo e Black Lives Matter, passando per la “cancel culture” e il politicamente corretto esteso su ogni settore, il rischio per la libertà di pensiero e parola è sempre più alto secondo Rowling e Rushdie: la lettera denuncia «lo stato del dibattito pubblico e la punizione severa e immediata che viene inflitta a qualsiasi opinione venga percepita come torto e denuncia quella che definisce una vera e propria intolleranza per le opinioni opposte, una tendenza alla gogna pubblica, all’ostracismo, e a sciogliere questioni politiche complesse in una certezza morale accecante». Non solo, l’appello mondiale che vede diversi intellettuali sottoscriverlo anche in questi giorni aggiunge «Il modo per sconfiggere le cattive idee è attraverso l’esposizione, l’argomentazione e la persuasione, non cercando di metterle a tacere o sperare che spariscano». Per gli intellettuali, l’impegno è quello di rifiutare ogni falsa scelta tra libertà e giustizia, «non possono esistere l’una senza l’altra».