Isabella Mori di Cittadinanza attiva è stata ospite stamane di Uno Mattina per parlare delle RSA e delle case di cura, precisando la differenza fra le stesse e le modalità di accesso. “Sono strutture che sono destinate a persone non sufficienti o solo parzialmente – precisa l’ospite del programma di Rai Uno – che non possono stare presso il proprio domicilio, sono state create a riguardo delle strutture differenti fra loro. Le RSA sono apparse nel nostro paese negli anni ’90 – ha continuato – sono rivolte a persone anziane che hanno problemi di autosufficienza, che hanno bisogno di essere assistite e di cure personalizzate, all’interno delle stesse troviamo personale infermieristico, medico e specializzato in quanto deve essere fatto un piano di manutenzione per quelle persone”.
“Le case di cura accolgono invece persone parzialmente sufficienti ma che hanno patologie che hanno bisogno di cure specifiche, troviamo anche personale medico al loro interno, in quanto le persone devono essere seguite”. E ancora: “Come scegliere la struttura giusta? Bisogna valutare le esigenze delle persone. Per un anziano che ha bisogno di cura ci rivolgeremo ad una RSA mentre se ha solo bisogno di riposo serve una casa di cura. Di solito è il medico di base o il medico dell’ospedale che indirizza verso la scelta.
RSA E CASE DI CURA, SE NE PARLA A UNO MATTINA: “COME SCEGLIERE LA STRUTTURA GIUSTA”
Isabella Mori ha continuato: “Bisogna informarsi bene sulle strutture e i servizi offerti, è il primo passo da fare. Come fare domanda? Si fa una domanda all’asl competente, poi la persona viene sottoposta ad una visita e poi si valuterà il percorso da fare”. E ancora: “Se la struttura è pubblica ci sono liste di attesa e ci sono anche tempistiche da seguire, spesso si rivolgono quindi al privato pagando cifre significative in quanto non riescono ad attendere quei tempi e non riescono a gestire il proprio caro. la retta – ha proseguito – per quanto riguarda strutture pubbliche o private accreditate”.
“Si può dividere in due parti – ha precisato – per il 50 per cento a carico del paziente, ma varia a seconda di comune e regioni. Il 50 per cento è a carico del servizio sanitario, mentre l’altra quota detta alberghiera che riguarda vitto, alloggio e ad esempio la lavanderia, è a carico dei famigliari. se i pazienti non possono pagare la rette ci sono delle agevolazioni tramite Isee sanitario, si può ricevere un aiuto in più oppure viene sostenuta tutta la quota dall’ente pubblico”, ha concluso.