A Storie Italiane il caso di una Rsa, una residenza per anziani in quel di Trapani, su cui la magistratura ha aperto un’indagine a seguito di un focolaio covid che ha causato 8 morti fra gli anziani della stessa struttura. Numerosi i casi di contagio emersi, e stando a quanto raccolto dalla magistratura, come riferito dal programma di Rai Uno, gli operatori sanitari sarebbero stati invitati a rimanere nelle Rsa e a continuare a lavorare nonostante la positività “forse per carenza di personale – racconta Maria Grazia San Rocco, inviata di Storie Italiane – o forse per non avere problemi”.
Si tratta di fatti che risalgono ad ottobre 2020, all’inizio della seconda ondata: “Tutto cominciò il 13 ottobre – ha raccontato Manola Coviello, una dipendente della stessa struttura trapanese – quando una collega risultò positiva: la cosa più scandalosa successa è che non sono stati presi subito provvedimenti giusti per gestire la situazione, in quanto penso che noi avremmo dovuto essere allontanati e bisognava poi sanificare la struttura”.
RSA DI TRAPANI E CASI DI COVID NASCOSTI: “I LAVORATORI NON RISCHIANO”
E ancora: “Noi invece abbiamo continuato a lavorare come ci ha detto la titolare della struttura. Io fino al 19 ottobre quando ho fatto il tampone e ho scoperto la positività al covid, e dal giorno 14 al 19 io ho lavorato anche 14 ore al giorno, nel frattempo ho contagiato tutta la mia famiglia e i miei suoceri perchè tenevamo i miei bimbi di 3 e 9 anni. Non c’erano neanche i dispositivi di sicurezza”. In collegamento anche l’avvocato dei dipendenti della Rsa di Trapani: “I lavoratori non hanno rischio, si tratta di persone che sono rimaste sul luogo di lavoro non per loro scelta ma perchè sottoposte a pressioni, un principio che purtroppo nel meridione conosciamo perfettamente, ovvero, imporre il silenzio dei lavoratori, sottoposti a questi ricatti”. La signora Manola riprende la parola: “Mascherini e guanti li avevamo solo se li compravamo noi, si è innescata una situazione davvero brutta e mal gestita”. Eleonora Daniele ha mandato in onda la risposta della stessa Rsa per anziani che ha rimandato al mittente ogni accusa, sottolineando come nessun dipendente sia stato obbligato a prestare servizio, che i dispositivi di protezione c’erano e che i dipendenti positivi sono stati messi in quarantena.