È stata definita ‘odalisca’ e ‘prostituta’ dalla pm Tiziana Siciliano, messa alla gogna dall’opinione pubblica, ma Karima El Mahroug, nota a tutti come Ruby, era una minorenne che, a detta del suo avvocato, non era in grado di comprendere fino in fondo le sue azioni ed era molto diversa da come viene descritta. “È donna, una madre, davvero irreprensibile. Credo che la gogna mediatica a cui è costantemente sottoposta sia profondamente ingiusta e rischi di ledere definitivamente la sua vita sociale presente e futura”. Questo lo sfogo dell’avvocato Jacopo Pensa, importante legale del foro di Milano, nell’intervista resa a Libero.
Non solo crede nell’innocenza di Ruby, ma anche che siano ancora tutti da scrivere i fatti della vicenda processuale per corruzione in atti giudiziari e falsa testimonianza in cui è imputato l’ex premier, molte ospiti delle “cene eleganti” di Arcore, e altri partecipanti a quelle serate. Ad esempio, il legale non ritiene assolutamente certo che tra la sua assistita e l’allora premier ci sia stato sesso in cambio di denaro, come sostenuto invece dalla pm. A proposito di Karima El Mahroug all’epoca dei fatti che vengono contestati, “era una ragazzina che dimostrava, fisicamente, più anni di quelli che in realtà aveva”.
“RUBY DALLA MISERIA ALLA REGGIA DI VERSAILLES”
L’avvocato Jacopo Pensa descrive Ruby ai microfoni di Libero come “una giovane che, improvvisamente, si è trovata a passare dalla miseria in cui viveva alla reggia di Versailles”. Questo per il legale spinge molte persone a considerarlo “un elemento importante per valutare i comportamenti”. Di diverso avviso l’accusa. Lo scorso 25 maggio l’aggiunto Tiziana Siciliano e il pm Luca Gaglio hanno formulato le richieste di condanna per i 28 imputati del caso Ruby Ter. Hanno chiesto 6 anni di reclusione per Silvio Berlusconi e 5 anni per Karima El Mahroug. La Procura di Milano ha chiesto anche di confiscare circa 10 milioni e 800mila euro a Berlusconi come “prezzo della corruzione” e di 5 milioni di euro a carico di Ruby come “prezzo del reato”.
Secondo l’accusa, le “dazioni corruttive maggiori” andavano a chi era “a conoscenza di più cose e/o di quelle più gravi”, come appunto Karima El Mahroug. Inoltre, i pm negli atti depositati puntano a dimostrare che l’esecuzione del “programma corruttivo”, cioè il presunto accordo tra il Cavaliere e le giovani ex ospiti delle serate hard di Arcore, “era già in atto alla data del 14 gennaio 2011”, ben prima di quanto le ragazze diventarono testimoni nei processi sul caso Ruby. Inoltre, sarebbe stato proprio Berlusconi, per i pm, a prendere “l’iniziativa della riunione con gli avvocati Ghedini e Longo” e le giovani a Villa San Martino, sempre quel giorno di 11 anni fa.