Chi è Rudolf Nureyev, dalla povertà al successo all’Opéra di Parigi
Rudolf Nureyev è ancora oggi riconosciuto come uno dei volti più iconici della danza. Le sue qualità artistiche senza tempo sono da stimolo e massima aspirazione per chi rincorre il sogno di calcare i più grandi palcoscenici. L’artista Russo ha avuto un’esistenza tortuosa, sia prima del successo che negli ultimi anni della sua vita alle prese con la malattia. Rudolf Nureyev è nato in Siberia nel 1938, in circostanze davvero singolari; la madre fu costretta a darlo alla luce a bordo di un treno.
L’infanzia del ballerino è caratterizzata da un’estrema povertà, motivo per il quale potrà accedere agli studi solo dopo aver raggiunto la maggiore età. Nonostante la scarsa formazione, Rudolf Nureyev stupisce chiunque con il suo talento innato, in particolare alla sua prima esperienza di prestigio con la compagnia del Kirov. Sarà il trampolino di lancio verso la fama internazionale, tra Parigi e Stati Uniti d’America. Nei suoi trent’anni di carriera riesce ad imprimere nel mondo della danza una nuova concezione del ruolo maschile, prima di lui considerato marginale rispetto a quello femminile.
Rudolf Nureyev, gli ultimi anni alle prese con l’AIDS
Rudolf Nureyev è stato protagonista di una carriera illuminante, ancora oggi fonte di ispirazione per coreografi e giovani talenti. La sua storia però, aldilà delle grandi imprese professionali e delle immense collaborazioni che lo hanno reso celebre, è anche caratterizzata dalla tragicità di un male che ai tempi risultava quasi incurabile.
L’artista senza confini guidò gli ultimi impegni lavorativi vessato da un brutto male, l’AIDS, che lentamente lo portò a spegnersi nel 1993. Nonostante i dolori e le limitazioni dovute alla malattia, Rudolf Nureyev non arrestò quel fuoco ardente che ha caratterizzato la sua vita professionale e quella privata. Continuò a lavorare fino all’ultimo giorno della sua vita, dedicandosi però al ruolo principalmente di regia vista l’impossibilità di concedersi dal punto di vista fisico. Si concentrò dunque sulla direzione artistica, cimentandosi a tempo pieno come coreografo, per poi arrendersi nel ’93 dopo il peggioramento dell’AIDS.