Scontata la pena per l’omicidio di Meredith Kercher, Rudy Guede è tornato davanti alle telecamere per parlare della sua storia e di come la sua vita sia cambiata dopo la condanna e il tempo trascorso in cella. Ai microfoni del programma Di buon mattino, su Tv2000, poche ore fa ha ripercorso le tappe del suo ritorno in libertà e ha spiegato come vive oggi la sua quotidianità. Rudy Guede lavora a Viterbo, la mattina presso il Centro Studi criminologici e la sera come cameriere in un ristorante, e non nasconde le difficoltà di scrollarsi di dosso quelli che definisce “pregiudizi” rispetto alla sua identità e alla sua posizione dopo essere stato condannato per il delitto della studentessa inglese uccisa a Perugia nel 2007.
“Tornare alla libertà – ha spiegato nell’intervista rilasciata a Di buon mattino – per me è stato come ricongiungere il mio corpo con la mia anima. Il mio corpo poteva essere in un luogo come il carcere, ma la mia anima è sempre rimasta fuori“. Rudy Guede ha raccontato di aver fatto tesoro dell’esperienza della detenzione, una situazione che avrebbe vissuto, come ha precisato ad Andrea Purgatori nell’intervista per Atlantide, nella libertà di una coscienza che ancora oggi si dice innocente rispetto all’accusa di essere l’assassino di Meredith Kercher.
Rudy Guede e il ritorno alla libertà: “Il carcere mi ha scavato dentro”
Nelle ultime settimane, complice il libro Il beneficio del dubbio scritto da Rudy Guede con il giornalista Pierluigi Vito, si assiste a una recrudescenza nell’attenzione mediatica sul caso Meredith Kercher. L’ivoriano, unico condannato per l’omicidio della studentessa dopo l’assoluzione in via definitiva di Amanda Knox e Raffaele Sollecito, continua a dirsi estraneo al delitto e ha ribadito in più sedi la sua amarezza per il rigetto della sua istanza di revisione del processo.
A suo dire, sarebbe stato invece necessario rivedere la sua posizione in tribunale perché sostiene di essere stato destinatario di una condanna senza precedenti: una sentenza di colpevolezza per omicidio in concorso, con soggetti rimasti ignoti e per un crimine di cui lui non sarebbe stato riconosciuto esecutore materiale. “Il condannato impossibile, o forse il condannato ideale“, ha dichiarato ad Atlantide, “senza famiglia, senza spalle coperte e senza un soldo“. Oggi Rudy Guede dice di essere “cambiato e maturato” dopo la condanna e gli anni passati in cella: “Il carcere mi ha scavato dentro“, ha aggiunto a Di buon mattino. “Ho avuto la forza di non mollare mai, anche grazie alla mia famiglia e a chi mi ha sostenuto”. Rudy Guede si sarebbe impegnato nello studio arrivando a laurearsi in costanza di detenzione, un modo per “evadere” dalla realtà carceraria in vista del suo futuro fuori.