Cancellare le microtasse, semplificare il fisco e assumere più personale per portare avanti la lotta all’evasione fiscale. Sono questi i punti affrontati da Ernesto Maria Ruffini, direttore dell’Agenzia delle Entrate, nell’intervista rilasciata a La Stampa. “Il Parlamento ha di fronte un’intera legislatura per fare la riforma tributaria” ha spiegato, sottolineando che “di una riforma abbiamo bisogno tutti, perché tutti dobbiamo stare dietro alle continue modifiche normative: professionisti, imprese, contribuenti e la stessa Agenzia delle entrate. Il sistema è troppo caotico, frammentato e va semplificato”. Per esempio a partire dalle microtasse, alcune delle quali “rendono talmente poco che, prevedendo opportune compensazioni, potrebbero essere abolite senza colpo ferire. Altre sono talmente complicate da poter essere almeno semplificate”.



In questo contesto, “lo stralcio delle cartelle può essere funzionale a far lavorare meglio l’amministrazione finanziaria”. Lo stralcio delle cartelle “c’è già stato nel 2019. Allora interessò 14 milioni di contribuenti cancellò debiti fiscali per 37 miliardi” illustra Ernesto Maria Ruffini, evidenziando che “cancellare le cartelle più datate può servire ad alleggerire il magazzino, ma ovviamente non è risolutivo” poiché “il problema è strutturale e bisogna agire sulle cause più che sugli effetti. Se l’Italia dal 2000 ha accumulato oltre mille miliardi di tasse non pagate, una cifra pari a quasi due terzi del Pil, evidentemente gli strumenti a disposizione non sono adeguati ed è necessario rimettere mano all’intero sistema della riscossione: ha poco senso contrastare l’evasione se poi c’è chi riesce comunque a non pagare grazie alle scappatoie offerte dalla legge”.



Ruffini: “vera sfida è evitare evasione. Occorrono nuove assunzioni di Agenzia delle Entrate”

Per Ernesto Maria Ruffini, direttore dell’Agenzia delle Entrate interpellato da La Stampa in merito alle novità per il fisco, “la vera sfida è evitare che l’evasione si realizzi, inducendo a pagare spontaneamente le imposte senza dover rincorrere chi evade. La strada è quella della digitalizzazione, che lascia traccia e rende più difficile evadere”. Un obiettivo però da raggiungersi tramite il “fattore umano” perché “i risultati sono sempre raggiunti dalle donne e gli uomini che lavorano in Agenzia, malgrado siano diminuiti nel tempo a causa dei pensionamenti e del blocco del turn over. Dovremmo essere 44mila, ma non arriviamo nemmeno a 29mila: oltre un terzo in meno”.



Sempre in tema di evasione fiscale, Ernesto Maria Ruffini lascia che siano i dati a parlare: “dal 2011 al 2019, ultimo anno raffrontabile per via della pandemia, l’evasione dei principali tributi (Irpef, Irap, Ires, Iva) è scesa di circa il 15%: da 88 a 74 miliardi”. E negli ultimi anni “la flessione è continua”.