Una giocatrice di rugby è rimasta invalida dopo aver subìto un placcaggio particolarmente violento da parte di un’avversaria durante una partita. Ha fatto causa e ha vinto, quindi dovrà ricevere anche un risarcimento da 10 milioni. Per il giudice infatti si è trattato di una mossa che non ha tenuto conto dell’incolumità dell’avversaria, con l’aggravante anche di un “atteggiamento di particolare disprezzo“. La sentenza è ora considerata storica nell’ambiente sportivo, perché si tratta di un’inedita decisione non solo nell’ambito del rugby, costituisce infatti un precedente utile a giudicare futuri eventi che coinvolgeranno sportivi che riportano danni fisici permanenti a seguito di azioni in campo da parte di avversari.



Dani Czernuszka, giocatrice 28enne del club di rugby femminile Sirens Rams di Reading, ha quindi vinto la causa avviata contro Natasha King, l’avversaria che durante una partita l’aveva schiacciata a terra con violenza, provocandole un danno talmente grave da renderla invalida dalla cintura in giù. L’arbitro che seguiva l’incontro però, all’epoca non rilevò alcuna irregolarità né decise che si trattava di un “placcaggio pericoloso“. Difficile forse da stabilire direttamente in campo, ma poi i giudici esaminando i fatti e le immagini dell’incidente, hanno deciso di condannare Natasha King per “lesioni personali colpose”.



Invalida dopo placcaggio: ora è campionessa paralimpica

Dani Czernuszka, dopo aver vinto la storica causa, ha comunque continuato una vita normale anche se costretta a stare in carrozzina. Grazie al risarcimento ottenuto, anche da parte dell’assicurazione obbligatoria per i giocatori dilettanti, vive in una casa adatta alle sue condizioni. Ha avuto tre bambini nonostante l’invalidità e dopo la riabilitazione ha scelto di continuare ad allenarsi e ha vinto la medaglia d’oro con la nazionale britannica paralimpica di hockey.

La sua ex squadra di rugby ha contribuito al sostegno della giocatrice con una raccolta fondi, ma lei pur essendo grata, continua ad accusare alcune procedure considerate normali nel rugby dilettantistico, continuando la battaglia contro i placcaggi violenti che troppo spesso non vengono sanzionati dagli arbitri. Nel suo caso è stata accertata la volontarietà di un’azione offensiva esagerata, anche perchè l’avversaria aveva dichiarato le intenzioni di vendetta già prima della partita dicendo alle compagne che “avrebbe spezzato la numero 7”.