Il mondo del cinema piange la scomparsa del regista Ruggero Deodato, morto a Roma all’età di 83 anni. Non sono note al momento le cause del decesso di Deodato, che era originario di Potenza, dove era venuto alla luce il 7 maggio 1939. Il suo soprannome era “Monsieur Cannibal”, proprio perché aveva firmato numerose pellicole incentrate sul fenomeno del cannibalismo. Nel 1977, Deodato diresse “Ultimo mondo cannibale”, sequel de “Il paese del sesso selvaggio” del 1972, primo lungometraggio a mostrare in Italia atti di cannibalismo.
Poi, tre anni più tardi firmò “Cannibal Holocaust”, con scene reali di uccisioni di animali. Questa pellicola gli costò quattro mesi di carcere con la condizionale e va anche detto che la tecnica narrativa propria di Ruggero Deodato, vale a dire le riprese eseguite direttamente dai protagonisti della storia, venne usata da “The Blair Witch Project” nel 1999. Deodato valutò di avviare un’azione legale per plagio, ma alla fine mise da parte questa idea.
RUGGERO DEODATO È MORTO: MONSIEUR CANNIBAL AVEVA 83 ANNI
Nel prosieguo della sua carriera, Ruggero Deodato diresse “La casa sperduta nel parco”, con scene realisticamente violente, e nel 1985 concluse la trilogia dei cannibali con “Inferno in diretta”. Tuttavia, il regista fu protagonista dietro la macchina da presa anche per la televisione; in particolare, realizzò la seconda stagione della serie “Triangolo rosso” e le tre stagioni di “All’ultimo minuto”, oltre all’ottava stagione della fiction “Incantesimo”.
Sono stati numerosi anche gli spot pubblicitari per la televisione per noti marchi a firma di Ruggero Deodato. Nel 2016, a 23 anni di distanza dall’ultima pellicola diretta, aveva fatto ritorno dietro la macchina da presa per dirigere “Ballad in Blood”, vagamente ispirato al caso di Meredith Kercher e ad altri casi di cronaca nera ancora privi di soluzione nel nostro Paese.