All’inizio di questa settimana il gruppo Michelin ha aggiornato gli investitori sui propri obiettivi e strategie. Tra i vari temi su cui gli investitori hanno chiesto indicazioni è stata posta la domanda sui piani di espansione della società e in particolare su quale sia la cifra massima che il gruppo ha intenzione di spendere per operazioni straordinarie. Il management ha indicato come cifra 5 miliardi di euro che potrebbero essere spesi senza perdere “l’investment grade”. È una cifra che ha fatto pensare più di uno a un nome che nelle ultime settimane è salito agli onori della cronaca per un possibile cambiamento di azionista di maggioranza.



Il nome è Pirelli, che capitalizza 4,5 miliardi di euro. A metà febbraio i principali organi di informazione finanziaria hanno dato la notizia che il principale azionista della società, il gruppo cinese Sinochem, stesse valutando la cessione della sua quota del 37% nel gruppo italiano. Sinochem ha poi smentito, ma i mercati avevano spinto le quotazioni di Pirelli ai massimi da un anno; evidentemente l’ipotesi di cessione era stata considerata sufficientemente probabile. Sullo sfondo del rumour e della smentita ci sono i rapporti sempre più complicati tra l’Occidente e la Cina, che non si è allineata alle sanzioni e, anzi, ha stretto i rapporti economici con la Russia. C’è poi la vicenda Taiwan con le provocazioni che da entrambe le parti si sono moltiplicate negli ultimi mesi. Siamo in uno scenario da Guerra fredda in cui alcuni rapporti industriali e finanziari non sono più opportuni. E possedere una partecipazione “oltre cortina” comporta dei rischi.



Un paio di settimane fa Brembo, che ha il 6% di Pirelli, ha stretto un’alleanza con Camfin, che ha il 14%, con un patto parasociale. Se mai Sinochem decidesse di vendere sul mercato ci sarebbero abbastanza azioni per un cambio di controllo se qualcuno avesse mire sul gruppo italiano. In questo caso un patto parasociale farebbe comodo.

Un mese fa il rumour della cessione della quota di Sinochem, l’azionista di maggioranza di Pirelli con una quota del 37%, fa salire le quotazioni ai massimi degli ultimi mesi e poi viene smentito. Due settimane fa Camfin e Brembo si alleano con un patto parasociale. Lunedì Michelin presenta la strategia agli investitori e specifica la cifra massima destinabile a un’acquisizione. L’importo indicato da Michelin è sostanzialmente equiparabile alla capitalizzazione di borsa di Pirelli più un premio. Probabilmente è solo una singolare coincidenza.



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