Si racconta che un grande tifoso del Milan, parlando al telefono con lui dopo un derby finito male, rimase un po’ interdetto al sentirsi dire che era stato un magnifico weekend. “Presidente, ma abbiamo perso!”. “Ah, ma io parlavo del Vicenza!”.
D’altronde Scaroni è sempre contento. Dice che non vale la pena di perdere tempo per arrabbiarsi. E ora, dopo l’assoluzione nel processo Eni-Nigeria, noncurante delle quasi 76 primavere, il presidente di Rotschild Italia e del Milan sta vivendo una seconda giovinezza. Non c’è partita che non lo riguardi, non c’è poltrona che non lo attiri. Nelle ultime settimane poi è particolarmente attivo: l’obiettivo numero uno riguarda Tim.
L’amministratore delegato di Vivendi, Arnaud de Puyfontaine, ha infatti individuato nell’ex ad di Eni e Enel il candidato giusto per la presidenza, forse giocando anche sulla vicinanza di Scaroni a Draghi. Così il buon Paolo ha cominciato a muoversi per ottenere anche l’appoggio di Cdp, il secondo grande azionista del gruppo tlc. Si racconta di pressioni fatte sul grande milanista Giovanni Gorno e anche su Guido Crosetto, plenipotenziario di Fratelli d’Italia.
L’offensiva però non sembra andare a dama, e così Draghi gli avrebbe proposto di diventare amministratore delegato di Milano-Cortina 2026, un progetto che ben si sposerebbe con la sua consuetudine a passare il tempo libero sulle montagne ampezzane.
Scaroni ha però posto una condizione: quella di non dimettersi da presidente del Milan. Non perché sia improvvisamente diventato grande tifoso rossonero, quanto perché si narra che il manager vicentino abbia una success fee calcolata sulla costruzione del nuovo stadio di Milano. Non per altro, quello che i milanisti hanno simpaticamente ribattezzato Stadioni, ha dedicato la maggior parte del proprio mandato a cercare di mettere d’accordo il sindaco Sala e l’Inter, per fare il nuovo San Siro, per ora senza successo.
Ma non è finita: nel tempo libero Scaroni fa anche il consulente, facendo sentire il proprio peso in una serie di grandi operazioni: l’ultima è quella Ita. Il presidente di Rotschild si sta impegnando a fianco di Certares per far recuperare lo svantaggio che la cordata del fondo e Delta sembrano aver accumulato rispetto a Msc-Lufthansa nella privatizzazione della ex compagnia di bandiera.
Insomma, tante ciambelle nel forno di Scaroni, chissà che qualcuna gli riesca con il buco…
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