Ecco ci siamo arrivati. La decisione dei 6 consiglieri di ITA Airways di inviare le dimissioni proprio nel momento in cui si decide il futuro della compagnia di Stato la dice lunga sulle frizioni che internamente si stanno lentamente consumando alla volta di una resa dei conti che oramai sembra inevitabile. 

La lettera di dimissioni inviata al Presidente di ITA Alfredo Altavilla porta la firma di Lelio Fornabaio, Alessandra Fratini, Simonetta Giordani, Cristina Girelli, Silvio Martuccelli e Angelo Piazza e cita:Egregio presidente, le comunichiamo le nostre dimissioni dalla carica di consigliere di amministrazione a partire dalla data odierna. In questi anni abbiamo dato il nostro contributo all’avvio della operatività della società con il raggiungimento di importanti risultati consuntivati nel progetto di bilancio oggi approvato, ponendo altresì le premesse per l’avvio del processo di privatizzazione. Nell’odierna seduta del Consiglio di amministrazione, abbiamo votato tutte le delibere necessarie per regolare lo svolgimento dell’assemblea ordinaria e straordinaria della società. Riteniamo che Ita possa affrontare con decisione gli ambiziosi obiettivi che si pone. Ciò premesso con la presente noi sottoscritti ti chiediamo di rimettere il nostro mandato di consiglieri di amministrazione“.



Se da Ita nulla trapela sulle reali motivazioni che hanno messo fine al primo CDA (speriamo di una lunga e rinnovata serie di CDA), indiscrezioni parlano di contrasti tra i vari componenti sul futuro della compagnia e sulla sua privatizzazione. In particolare le insofferenze gravano sulla nomina degli advisor indicati dalla compagnia stessa e cioè, JP Morgan e Mediobanca per la parte finanziaria, e Grande Stevens e Sullivan & Cromwell per quella legale. 



Senza nulla togliere a questi colossi di finanza e affari legali forse è necessario ricordare che lo Studio Grande Stevens è quello che ha per anni seguito la Famiglia Agnelli e quindi la Fiat prima e FCA poi con Sergio Marchionne, ergo Alfredo Altavilla. 

È ipotizzabile quindi che il Presidente Altavilla avesse la necessità di potersi avvalere di uno studio legale di cui si fida ciecamente per giocarsi fino in fondo la partita della cessione in special modo con MSC. A più di qualcuno infatti non è andata giù che si sia scatenata un guerra sotterranea (e non solo per la privatizzazione) tra Fabio Lazzerini, AD di ITA, e il Presidente Altavilla.



Per comprendere a pieno però la decisione assunta in blocco dai 6 consiglieri di Ita sarà necessario attendere non solo il deposito del bilancio dal quale sarà più evidente lo stato di salute di ITA Airways, che purtroppo non sta facendo utili, ma anche la prossima audizione in commissione Trasporti che si ritiene non tarderà ad arrivare per fare luce sugli accadimenti di questi ultimi giorni.

Se il progetto di bilancio ha scatenato una fuga in massa dei componenti del CDA evidentemente un motivo di fondo ci sarà sicuramente.

Ma il problema che adesso si pone in seno al ministero del Tesoro è che con le dimissioni dei 6 membri del CDA a norma dell’art. 10 comma 1 dello Statuto di ITA il CDA è di fatto decaduto in quanto il medesimo deve essere composto da un minimo di 7 membri.

A questo punto le ipotesi sono molte. 

La prima: la maggioranza del CDA di Ita ha deciso che la diatriba tra Lazzerini e Altavilla doveva arrivare a una svolta e quindi ha solo anticipato i tempi rispetto alle decisioni che il MEF avrebbe assunto al momento della privatizzazione della compagnia.

La seconda: un altro scenario potrebbe essere quello di una sostanziale sofferenza circa la plenipotenziaria attività del Presidente Altavilla troppo esecutivo pur non conoscendo le dinamiche di questo settore e quindi non troppo “simpatico” non solo ai dipendenti, ma anche a una buona parte dei partiti politici che compongono la maggioranza e che di fatto controllavano un certo numero di consiglieri nel CDA. 

Infatti, nessuno può scordare la scenetta andata in onda nell’audizione dei Vertici di ITA in commissione Trasporti nel dicembre del 2021 tra l’On. Maurizio Lupi che di trasporti comprende bene le dinamiche essendo stato proprio lui più volte membro della commissione Trasporti nonché ministro dei Trasporti nel Governo Letta, e il Presidente di ITA Altavilla. 

Scintille allo stato puro dove l’On. Lupi ha più volte rimarcato la necessità di una maggiore trasparenza da parte di Ita sui dati della società, sui costi, sugli stipendi dei manager, sul turnover del personale ma anche sulle strategie e sull’acquisizione degli assets Ex Alitalia.

La palla quindi ora tornerà come sempre in mano del potente consigliere di Mario Draghi, quel prof. Francesco Giavazzi che è un po’ il deus ex machina di tutte le nomine del Governo. 

Speriamo che questa volta il prof. Giavazzi decida di azzerare totalmente il CDA di ITA Airways e si affidi a qualcuno con una certa esperienza nel settore, che sia in grado di creare uno staff nuovo armonioso che intraprenda dei percorsi di dialogo non solo con le istituzioni ma anche con il personale. Il frutto di questa scelta dovrà essere non solo il vero rilancio di Ita nei prossimi anni, ma una vera privatizzazione, mettendo cioè la compagnia di Stato finalmente nelle mani giuste. 

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