Non solo rumors, ma fonti dirette interne al M5s riferiscono al Messaggero che il futuro prossimo del Movimento vedrà Giuseppe Conte nuovo leader politico: al netto del nuovo statuto (che prevede un direttorio a 5) e dell’alleanza con Pd e Leu che potrebbe continuare alle prossime Elezioni, la scelta di Beppe Grillo è stata posta (con l’accordo di Bettini in casa Pd?, ndr).



Davanti alle continue scissioni che all’ordine del giorno ormai si aggiungono in casa M5s, i vertici tentano l’extrema ratio della carta Conte per provare a costruire un futuro nuovamente da protagonisti: «è arrivato il semaforo verde dalla maggioranza dei big. Occorrerà modificare lo statuto o comunque rimodellare il processo che porterà alla governance dei 5, la nuova rivoluzione che ha già avuto l’ok della piattaforma Rousseau. A meno che non si decida di eliminare la nascente struttura per la quale ieri sono arrivate le prime indicazioni riguardo alle candidature», spiegano le fonti del Messaggero.Si prova a recuperare i “contiani” delusi dal Governo Draghi e gli espulsi della prima ora che non vogliono proseguire nell’alleanza – finora solo di Governo – con Lega e Forza Italia.



CAOS M5S, TRA ADDII E ATTACCHI

Ma dietro alle mosse tentate da Grillo, Di Maio e Conte – ci sarebbe stato tra l’altro un incontro nei giorni scorsi tra il garante M5s e l’ex Premier, con la luce verde data dall’avvocato per il ruolo da nuovo leader pentastellato – resta un fortissimo “mal di pancia” generale tra scissionisti, presunti tali e forti polemici con le ultime scelte della dirigenza 5Stelle. Il nuovo gruppo nato alla Camera “L’Alternativa c’è” conta già quasi 20 componenti tra espulsi ed ex M5s, ma per l’ex responsabile dei rapporti con la stampa Emilio Carelli «presto si potrebbe ingrossare la pattuglia di fuorusciti M5s, anche al Senato». L’ultimo in ordine di tempo è stato stamane Emanuele Dessì, senatore ormai ex M5s, che su Facebook annuncia «Questa non è più casa mia. Ho sperato fino a ieri che qualcosa potesse cambiare, inutilmente. Non sono mai stato d’accordo nel dare la fiducia a questo governo ma ho voluto, con l’assenza il giorno del voto, dare un ulteriore possibilità di ripensamento, soprattutto a me stesso. Lasciare compagni di viaggio a cui voglio un mondo di bene non è facile, 15 anni di storia comune non si cancellano facilmente».



Pesano le scelte sugli 11 sottosegretari scelti per il Governo Draghi, con la gestione Crimi-Grillo-Di Maio che non convince affatto «Esco dal Movimento 5 stelle con un enorme tristezza nel cuore ma anche con tanta rabbia. Nei prossimi giorni ci sarà modo per parlare e per vederci con chiunque abbia voglia di confrontarsi e di continuare a lottare». Durissimo anche Max Bugani, tra i primi volti del M5s a livello nazionale e oggi capo staff della sindaca Raggi: «15 anni di battaglie per diventare una costola di Berlusconi? Un trionfo. Gianroberto Casaleggio in piazza ci fece scandire il nome di BERLINGUER, non quello di Luigi De Mita». La critica è contro Di Maio e la sua intervista a Repubblica dove annuncia l’ingresso di Conte nelle file grilline e il cambio del movimento in «modesto e liberale»: la linea non piace neanche a Stefano Buffagni, parlamentare vicino a Casaleggio e non confermato nella lista dei sottosegretari «Dopo questi mesi di gestione disastrosa del Movimento dobbiamo lavorare per risollevarlo per non distruggere un sogno che condividiamo da anni! Non molliamo, il paese soffre causa Covid e la priorità sono i nostri concittadini