La Meloni ha incassato due assist che non dico avvicinano, ma certamente rendono meno velleitaria e spericolata la sua corsa verso palazzo Chigi, obiettivo ormai quasi dichiarato della leader della destra italiana, risorta in “Fratelli d’Italia” dopo l’harakiri di An con Fini.
Entrambi gli “endorsement” vengono dal mondo democristiano, ironia della sorte per una donna di destra che proprio non ha mai avuto niente a che fare con la Dc, anzi è cresciuta in quella destra romana post-missina che combatteva duramente la Dc romana.
Il primo successo la Meloni lo ha raccolto in uno studio condotto dalla prestigiosissima Ipsos, che è riuscita a effettuare un sondaggio con numeri da capogiro, assai più estesi di quelli di un normale sondaggio, su una platea molto particolare: quel dodici per cento di elettori che nel 1992 votarono per la Dc, e sono ancora viventi e votanti. Il risultato dello studio è disarmante per tutti gli aspiranti ricostruttori democristiani, fondatori delle dozzine di cespugli che si sono combattuti nei tribunali lo scudo crociato: la maggioranza degli elettori Dc, secondo Ipsos, voterà Meloni, la minoranza restante per il Pd.
Qualche giorno dopo arriva l’intervista di Gianfranco Rotondi a Libero, che ha dedicato la prima pagina all’ultimo vaticinio del celebratissimo vate di tutte le (mancate) resurrezioni democristiane: per Rotondi la Meloni può guidare una sorta di nuovo Pdl, con dentro Forza Italia e persino la Lega, insomma una benedizione in pompa magna alla leadership meloniana giunta nientemeno che dal legale rappresentante dello scudo crociato, oggi oggetto di uno spregiudicato “green washing” (Rotondi lo ha dipinto di verde, e riciclato in un nuovo movimento che sogna di emulare i numeri dei grunen tedeschi).
Dalle parti di Forza Italia una certa preoccupazione c’è. Rotondi non muove le masse, ma Berlusconi lo ha sempre imposto in lista dicendo ‘”è il solo che parla ai democristiani e li convince”.
Adesso le ipotesi sono due: o Silvio si prepara all’ennesima giravolta, e manda avanti Rotondi; o quest’ultimo la pensa come Ipsos e porterà lo scudo crociato in dote alla Meloni.
In ambo i casi la giostra più pazza del mondo, la politica italiana, ci regalerà un’emozione non da poco: l’erede di Almirante che si becca in eredità la Dc.
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