Dovrebbero essere le vestali del mercato, le garanti delle pari informazioni e soprattutto le custodi della riservatezza. Invece i consiglieri indipendenti di Tim, in gran parte donne, hanno da settimane iniziato un percorso di comunicazione indipendente, con tanto di comunicatrice dedicata, che percorre una strada che non si incrocia mai con quella che il nuovo Amministratore delegato Pietro Labriola sta faticosamente facendo per mettere in salvo l’azienda.



Così i giornalisti vengono continuamente informati dei dubbi degli indipendenti di Tim sul piano appena presentato al mercato, il Cda si svolge a microfoni aperti tanto che i cronisti sanno se qualcuno ha o non ha alzato la voce, e anche che gli indipendenti sarebbero (ora) favorevoli a KKR. Le riunioni del comitato Ad Hoc sono annunciate in tempo reale, così come le agende dei Consigli d’amministrazione. Sembra più un’opera di salvataggio personale, che non tiene minimamente conto di quello che sarebbe il bene dell’azienda Tim, che invece anche a causa di queste indiscrezioni ha perso decine di punti percentuali in questi giorni in Borsa.



Eppure le indipendenti, e quelle che le hanno precedute, hanno nel tempo avallato almeno 4 piani di Tim scritti sull’acqua, tanto che solo negli ultimi mesi l’azienda ha subito tre profit warning, a confermare che quello che era stato redatto dall’ex Ceo Luigi Gubitosi era un libro dei sogni più che un serio piano industriale.

Si pone poi anche un tema di corporate governance: può un Amministratore delegato provare a portare fuori dalle secche un’azienda se parte del Cda rema dall’altra parte e non manca di farlo sapere ai giornalisti che si occupano della società?



— — — —

Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.

SOSTIENICI. DONA ORA CLICCANDO QUI