Ruper Stadler ha ammesso le proprie responsabilità nell’ambito del Dieselgate. Il primo ad del gruppo Volkswagen a finire sotto processo per il Dieselgate, si è preso le proprie colpe nel caso delle emissioni taroccate. L’ex massimo dirigente di Audi, davanti alla corte distrettuale di Monaco di Baviera, ha spiegato di aver preso parte allo scandalo della falsificazione delle emissioni delle vetture diesel esploso nel 2014. Si tratterebbe di auto dotate di software per abbattere le emissioni del gasolio durante i test di controllo del gas di scarico in fase di revisione.



L’avvocato dell’ex ad ha spiegato davanti alla corte che il suo assistito aveva trascurato di riferire ai partner commerciali del gruppo che le auto dotate di software anti-test erano state vendute anche dopo l’esplosione dello scandalo. Lui avrebbe confermato la veridicità dei fatti contestategli, annuendo davanti ai giudici ma non aggiungendo altro. La confessione procurerà ora all’ex dirigente una sospensione condizionale della pena e una multa da 1,1 milioni di euro. Non dovrebbe esserci la condanna a una pena detentiva compresa fra i 12 e i 30 mesi.



Risarcimenti e restituzioni

La vicenda aveva portato all’arresto di Ruper Stadler nell’estate del 2018: ha già scontato alcuni mesi in carcere con l’accusa di aver permesso la vendita di vetture manomesse dell’Audi ma anche di automobili illegali Porsche e Volkswagen. All’azienda lo scandalo emissioni è costato diversi miliardi di dollari in risarcimenti e milioni di veicoli sono stati richiamati alla casa madre. La pronuncia del tribunale arriverà non prima di giugno: lo scandalo emissioni riguarda la truffa commerciale da parte dell’Audi alle concessionarie del gruppo.



Come sottolinea Welt c’è in corso un altro processo davanti al tribunale di Braunschweig per il Dieselgate ma il procedimento avanza con lentezza e le probabilità che un altro dirigente sia condannato sarebbero scarse. Secondo Taz, “l’accordo con la corte fornirà un’ulteriore prova di come la magistratura tedesca abbia fallito nell’affrontare uno dei più grandi scandali economici” della storia del Paese. L’accordo sarebbe una confessione in cambio di una pena più leggera. Anche lo sviluppatore di motori Wolfgang Hatz, accusato insieme a Stadler, potrebbe ricevere la libertà vigilata.