In Russia bambini arrestati dopo le manifestazioni contro la guerra in Ucraina. La notizia è circolata ieri tramite diverse testate straniere, come Telegraph e Guardian, che hanno condiviso un video pubblicato su Facebook da Alexandra Arkhipova, antropologa dipendente dell’Accademia presidenziale russa per l’Economia nazionale e la Pubblica amministrazione. In questo video si vedono piccoli detenuti. Cinque bambini, infatti, di età compresa tra 7 e 11 anni sono stati tenuti per qualche ora in stato di detenzione dalla polizia di Mosca insieme alle loro madri.



La loro “colpa” è quella di aver manifestato per la pace in Ucraina davanti all’ambasciata di Kiev a Mosca. Quelle stesse immagini sono state poi riprese da Dmytro Kuleba, ministro della Difesa ucraino, che le ha condivise su Twitter. “Putin è in guerra con i bambini. In Ucraina, dove i suoi missili colpiscono asili e orfanotrofi, e anche in Russia”, ha twittato. Ci sono anche foto che documentano quanto è successo. Sono ripresi bambini con cartelli ‘No alla guerra’ scritti in russo.



“HANNO TRASCORSO NOTTE DIETRO LE SBARRE”

Il ministro ucraino ha riportato anche i nomi dei bambini. David e Sofia di 7 anni, Matvey di 9, Gosha e Liza di 11 anni. “Hanno passato la notte dietro le sbarre a Mosca”. Non è chiaro comunque se l’antropologa fosse presente al momento dei fatti. Secondo quanto riportato dai media britannici, avrebbe detto che la polizia ha minacciato due donne adulte di togliere loro la custodia dei figli. Ora dovranno affrontare un processo, ma non sono chiare le accuse di cui dovranno rispondere.

Da quando è cominciata la guerra in Ucraina, il 24 febbraio scorso, sono 7.629 le persone arrestate in Russia per aver partecipato a manifestazioni di diverso tipo contro la guerra. A riportare il bilancio è OVD-Info, un sito indipendente russo che si occupa della tutela dei diritti umani in Russia. Ma precisa anche che il numero di detenuti in ogni dipartimento di polizia russo potrebbe essere più alto di quelli riportato ufficialmente negli elenchi pubblici.