In Russia negli ultimi anni, ma soprattutto negli ultimi 15 mesi successivi allo scoppio della guerra contro l’Ucraina, sono preoccupantemente aumentati gli arresti con l’accusa di spionaggio, tradimento della patria e vendita di segreti al nemico. Il Cremlino, infatti, ha fatto della caccia ai nemici interni una missione importante tanto quanto la conquista di Kiev, emanando leggi apposite per poter arrestare e processare più rapidamente chiunque sia sospettato di essere una spia. E secondo l’avvocato Ivan Pavlov, esperto in Russia sui casi di spionaggio e tradimento, seppure il Cremlino non lo dica apertamente, i casi sarebbero aumentati del 6/700% rispetto al 2016, toccando soglie ben superiori ai 100 casi nel solo ultimo anno.



La Russia e la legge contro le spie troppo vaga

Insomma, quello che starebbe facendo la Russia non avrebbe nulla di troppo nuovo dalla “normale” azione di un governo che sta operando la sua funzione in un periodo di guerra. Censura, controllo delle informazioni e attenzione alle spie sono alcuni dei pilastri di politica interna durante la guerra, ma se da un lato si dovrebbe cercare di limitare al massimo i possibili abusi della legge, dall’altro non sembra che il Cremlino sia troppo interessato ad agire nel “giusto”, almeno secondo quando racconta il Guardian.



In particolare, la lamentela più diffusa è che la nuova legge della Russia contro lo spionaggio e il tradimento sia eccessivamente vaga, concedendo alle forze dell’ordine ed ai tribunali la libera interpretazione di chi possa essere considerato una spia. E non è un caso che gli arresti all’interno degli ambienti accademici, tra docenti e ricercatori, siano tra i più diffusi, come sostiene una lettera aperta che denuncia questo tipo di trattamento. Chiunque abbia lavorato ad un progetto inerente alla guerra, o che potrebbe essere ricondotto in qualche modo ad essa, infatti, potrebbe da un momento all’altro finire sotto torchio da parte delle autorità, finendo magari per denunciare colleghi più per salvarsi dalle accuse che per un reale dubbio che siano spie. E questa paura della scure dei tribunali in Russia si riflette, inevitabilmente, sui lavori scientifica di ricerca, che stanno diminuendo, mentre sempre più ricercatori lasciano la patria.

Leggi anche

Kaja Kallas “Cina paghi sostegno alla Russia”/ Replica a Vannacci: “guerra finisce solo con vittoria Ucraina”