ATTACCO CON DRONI SUL CREMLINO, RUSSIA ACCUSA GLI USA: “SONO I MANDANTI”
Non si placa lo scontro internazionale dopo l’attacco (sventato, senza feriti) con droni sul Cremlino: dopo lo scambio di accuse giunto ieri sull’asse Russia-Ucraina, è il portavoce del Presidente Vladimir Putin a lanciare precise accuse contro i presunti mandanti dell’attentato «contro il nostro Presidente», come riferisce Dmitri Peskov. «Ci sono gli Usa dietro all’attacco compiuto sul Cremlino con due droni inviati dall’Ucraina»: il portavoce del Cremlino ha poi spiegato che Putin parlerà il prossimo 9 maggio nel discorso della Piazza Rossa in occasione della della parata militare che celebra la vittoria sul nazismo.
Sarà quella l’occasione in cui ribadire la posizione ferma della Russia davanti agli attacchi subiti in queste settimane: «Tali tentativi di smentire l’accaduto sia a Kiev che a Washington sono, ovviamente, assolutamente ridicoli. Sappiamo molto bene che le decisioni su tali azioni e tali attacchi terroristici non vengono prese a Kiev, ma a Washington. E Kiev esegue solo quello che le viene detto di fare», ha detto Peskov parlando con i giornalisti al Cremlino l’indomani dello scontro durissimo sull’attacco con droni al palazzo Presidenziale di Mosca. Tra l’altro dopo il Cremlino stamane è stata attaccata con un drone anche la raffineria a Novoshakhtinsk nella regione di Rostov: lo rende noto l’agenzia Tass citando il governatore della regione Vasily Golubev secondo il quale «l’incendio e’ stato spento e la raffineria ha ripreso a funzionare». Di contro, la notte appena passata ha visto fitto lancio di missili e raid contro intere città e regioni dell’Ucraina orientale.
DRONI CREMLINO, GUERRA UCRAINA E MISSIONE PAPA: LE PAROLE DI ZELENSKY E PESKOV
È ancora il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, a ribadire come «Non tutte le volte a Kiev viene concesso il diritto di scegliere i mezzi. Anche questo è spesso dettato dall’altra parte dell’Oceano. Lo sappiamo bene e ne siamo consapevoli. Washington deve capire chiaramente che lo sappiamo». Parlando poi della missione di pace in corso, come chiarito ancora ieri dal Vaticano dopo le parole di Papa Francesco nel viaggio di ritorno dall’Ungheria, il Cremlino “dettaglia” la propria smentita giunta già due giorni fa: «sappiamo che Papa Francesco pensa costantemente alla pace e a come mettere fine a questo conflitto, ma non siamo a conoscenza di alcun piano dettagliato proposto dal Vaticano».
La Russia intanto accusa l’Ucraina di aver compiuto materialmente l’attacco con droni al Cremlino, reputando però gli Stati Uniti e l’intera NATO come i veri mandanti dell’atto che rischia un’ulteriore recrudescenza dell’escalation di guerra: il portavoce del presidente Zelensky, Sergei Nikiforov, già ieri aveva sottolineato «Non abbiamo informazioni sui presunti attentati contro il Cremlino, ma come ha ripetutamente affermato Zelensky, l’Ucraina sta usando tutte le sue forze e i mezzi a disposizione per liberare i propri territori e non per attaccare altri». In serata erano poi arrivate le parole dello stesso Presidente ucraino che smentiva l’accusa russa di aver attaccato il Cremlino con droni: «Posso ripetere il messaggio, penso sarà chiaro a tutti: non stiamo attaccando Putin o Mosca, combattiamo sul nostro territorio, proteggendo le nostre città e i nostri villaggi». Oggi in visita, a sorpresa, a L’Aja presso la sede della Corte Penale Internazionale è ancora Zelensy a rilanciare l’unità di alleanze contro la Russia di Putin: «Dobbiamo trasformare l’esperienza del processo di Norimberga in una regola operativa. E’ per questo che insistiamo nella creazione di un tribunale speciale per il crimine di aggressione della Russia. Solo la creazione di un tribunale speciale per l’aggressione russa sarebbe in grado di rispondere all’aggressione di Mosca. Questa è la guerra che non volevamo, quella che deve essere l’ultima».