L’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca e le sanzioni occidentali complicano la strategia di alcune società minerarie sudafricane, ma altre società africane ne traggono vantaggio, dal momento che l’Europa si affretta a trovare fonti alternative di energia e minerali.
La guerra in Ucraina ha focalizzato l’attenzione su African Rainbow Minerals (ARM), che sta valutando la possibilità di riaprire la sua miniera di nichel nella provincia di Mpumalanga, posseduta al 50% dalla russa Norilsk Nickel (Nornickel). Il fondatore e presidente di ARM, il miliardario sudafricano Patrice Motsepe, è il cognato del presidente Cyril Ramaphosa, criticato in patria e all’estero per essersi astenuto in tre risoluzioni delle Nazioni Unite volte a condannare la Russia per l’invasione.
I diplomatici occidentali mostrano una certa comprensione per la posizione di Ramaphosa, alla guida di un partito con legami storici con l’Unione Sovietica, che gli ha fornito supporto militare e logistico durante la lotta di liberazione. L’African National Congress (ANC) al potere e il suo screditato ex presidente Jacob Zuma si avvicinarono a un accordo sull’energia nucleare con la Russia. E il governo spera in un importante accordo con la Russia per distribuire il gas naturale liquefatto (Gnl) nella regione. Ramaphosa sostiene anche l’obiettivo della Cop26 di emissioni zero entro il 2050, ma le divisioni sulla questione nel suo partito si estendono al governo. Le rigorose sanzioni contro la Russia sono legalmente vincolanti solo negli Stati Uniti, in Gran Bretagna e nell’Unione europea, ma i paesi terzi subiscono pressioni affinché si allineino ad esse.
Una delle conseguenze delle sanzioni poste in essere contro la Russia ha potato alle dimissioni di Gareth Penny, presidente di Nornickel, che ha sede a Londra, ma è quotata alla Borsa di Mosca. La quotazione di Nornickel a Mosca significava che Penny stava infrangendo una sentenza dell’Istituto di amministrazione britannico, secondo cui eticamente “non era più sostenibile che i direttori britannici fossero coinvolti in ruoli di governo nell’economia russa”. Penny ha lasciato Nornickel pochi giorni dopo che il Financial Times ha riportato il suo ruolo.
Nornickel, il più grande produttore mondiale di nichel, è posseduto a maggioranza da Vladimir Potanin, l’uomo più ricco della Russia, e dall’oligarca Oleg Deripaska, che ne è il secondo maggiore azionista. La miniera sotterranea di Nkomati è stata sospesa nel 2019 a causa del basso prezzo del nichel e dei volumi relativamente contenuti prodotti, così la miniera a cielo aperto ha cessato la sua attività nel febbraio 2021.
Il nichel è molto richiesto in tutto il mondo come elemento essenziale per la fabbricazione delle auto elettriche. Le preoccupazioni per l’interruzione dell’offerta hanno visto il prezzo del nichel aumentare del 42% nel mese successivo all’invasione russa del 24 febbraio, mentre il valore delle azioni di Nornickel è crollato. La domanda di nichel è aumentata del 16% lo scorso anno e si prevede che aumenterà del 40% in termini di crescita composta in questi anni 20. La domanda di auto elettriche è più che raddoppiata nel 2021. Il Sudafrica è in una buona posizione per essere leader nella tecnologia verde, grazie alle sue riserve di minerali strategici e alla sua capacità di sviluppo di energia solare ed eolica.
Il rapido cambiamento nei mercati energetici europei causato dall’attuale guerra potrebbe determinare la scomparsa delle compagnie minerarie russe in Africa. In definitiva, indebolirà l’influenza diplomatica della Russia in Africa a favore di Cina, India, Turchia e Sudafrica. Anzi, la Russia cederà gran parte del suo potere geostrategico e della sua influenza alla Cina.
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