In Russia due ucraini sono stati arrestati dal Servizio di sicurezza (Fsb) poiché accusati di pianificare degli attentati alle centrali nucleari del Paese per spegnerne i reattori. In particolare, come riportato dalla Tass, il programma prevedeva che all’inizio di maggio venissero attaccati gli impianti a Leningrado e Kalinin, in modo da fare saltare circa 30 linee elettriche.
L’obiettivo del gruppo di sabotatori, composto da tre ucraini e un russo (due sono stati arrestati e due sono attualmente ricercati, questi ultimi sembrerebbe che si trovino in Belgio), secondo l’intelligence, sarebbe stato quello di “causare gravi danni economici alla Russia e danneggiare la sua reputazione”. La missione sarebbe stata pianificata da diverso tempo. I quattro sarebbero stati infatti addestrati in alcuni campi situati nelle regioni di Kiev e Mykolaiv e successivamente avrebbero attraversato il confine russo-bielorusso nella regione di Pskov. Anche altri due cittadini di Mosca sono stati fermati con l’accusa di favoreggiamento.
Russia arresta due ucraini: accusati di pianificare attentati a centrali elettriche
In base alla ricostruzione effettuata dal Servizio di sicurezza (Fsb) dopo l’arresto dei due ucraini che sono accusati di avere pianificato degli attentati alle centrali nucleari del Paese, il gruppo sarebbe riuscito ad abbattere un pilone e a situare all’interno di quattro torri dell’impianto di Leningrado (che si trova nella città di Sosnovy Bor, a circa 100 km a ovest di San Pietroburgo) e di sette di quello di Kalinin (che si trovaa circa 200 km a nord-ovest di Mosca, nella regione di Tver, vicino alla città di Udomlya) alcuni ordigni esplosivi, che però non sarebbero esplosi. La distruzione del traliccio di trasmissione dunque non sarebbe stato l’unico obiettivo.
Successivamente alle perquisizioni effettuate nelle abitazioni delle persone arrestate e di quelle che sono attualmente ricercate, secondo quanto affermato dall’intelligence, sarebbero stati ritrovati inoltre 36,5 chili di esplosivi e circa 60 detonatori.