La Nato si prepara ad avviare in questi giorni la sua più grande esercitazione congiunta dal 1988, che è stata organizzata, non a caso, alle porte della Russia. Si tratterà di una prova generale di applicazione dell’articolo 5 del trattato difensivo, secondo il quale in caso di attacco da parte di un qualsiasi stato ai danni di un Alleato dovrebbe automaticamente scattare il supporto da parte degli altri stati Nato.



La scelta di organizzare l’esercitazione alle porte della Russia non è, ovviamente, casuale, anche se nei piani generali si fa riferimento ad generico “attacco fittizio contro l’Alleanza lanciato da un avversario vicino”. Verranno, inoltre, applicati per la prima volta i nuovi piani difensivi regionali adottati dalla Nato durante il vertice di luglio che si è tenuto a Vilnius e si stima che vi prenderanno parte oltre 90mila soldati, con 50 navi, 80 aerei e un migliaio di veicoli di terra. Tutto questo, auspica la Nato, funzionerà da ulteriore deterrente per un eventuale attacco ad un alleato da parte della Russia, che sembra aver, in particolare, puntato gli occhi sulla Finlandia e sulla Lituania, mentre tutti gli Stati baltici si trovano in una posizione potenzialmente pericolosa.



La preoccupazione europea per una guerra contro la Russia

E mentre la Nato si appresta ad avviare la sua esercitazione, in Europa sembra crescere una generalizzata preoccupazione per una guerra, proprio contro la Russia. “La guerra può arrivare in Europa”, si chiede un generale francese parlando con Le Figaro, “è la domanda sulla bocca di tutti. Né l’Ucraina né Israele hanno scelto di entrare in guerra, quindi nessuno può dire se il conflitto si estenderà“.

Dal conto suo, invece, il ministro della Difesa tedesco, Boris Pistorius non usa mezzi termini e ritiene quasi certo che “un giorno la Russia attaccherà un paese della Nato. I nostri esperti contano su una finestra di cinque-otto anni“. Ancora più pessimista, invece, il generale norvegese Kristofferson, secondo il quale la guerra scoppierà “tra due o tre anni“. Il generale Bauer, capo del comitato militare della Nato, invece, non fa stime ma sottolinea l’importanza di “renderci conto che la pace non è scontata”. Il commissario europeo Thierry Breton, invece, parlando di un possibile conflitto contro la Russia che coinvolgerà l’Europa, ha ricordato come l’ex presidente USA Donald Trump durante il suo mandato aveva negato la possibilità di intervenire militarmente al fianco degli europei in caso di conflitto. Parole che risultano ancora più drammatiche considerando che a novembre potrebbe essere nuovamente eletto, mentre rimane sempre in capo l’ipotesi che ritiri il suo sostegno alla Nato, di fatto riducendone ampiamente il peso geopolitico e militare.