Nell’autunno del 1939, l’Unione Sovietica iniziò a “incorporare” i tre stati baltici di Lettonia, Estonia e Lituania per risolvere i suoi “compiti militare-strategici e difensivi”. Estonia, Lettonia e Lituania si sono staccate dalla vecchia Unione Sovietica all’inizio degli anni ’90: tutti e tre i Paesi appartengono alla NATO e all’UE dal 2004 ma a quanto pare, Putin non si arrende nel suo sogno di ricostituire la vecchia USS. Quotidiani come Süddeutsche Zeitung, nelle scorse settimane hanno parlato di obiettivi segreti del Cremlino di rafforzare l’influenza russa in Bielorussia e Moldavia.
La “Direzione presidenziale per la cooperazione transfrontaliera”, che comprende i servizi segreti di Putin, stabilisce ciò che la Russia dovrebbe fare per non perdere ulteriore influenza negli Stati baltici. Wolfgang Ischinger, capo della Conferenza sulla sicurezza di Monaco, ha spiegato che i documenti “Mostrano le grandi fantasie di potere di Putin che Mosca stia persino tentando di esercitare un’influenza su nazioni indipendenti fino a questo momento”.
Il piano della Russia
Lituania, Lettonia ed Estonia hanno svolto un ruolo speciale per la Russia, ha spiegato il politico lituano Marius Laurinavičius. Questi Paesi assumerebbero una forte posizione “antagonista” nei confronti della Russia all’interno dell’UE. L’esperto ha proseguito affermando che la loro influenza nell’Ue e nella Nato “può danneggiare gli interessi russi ovunque nel mondo”. Un agente dei servizi segreti occidentali di alto rango spiega che non si tratta di rovesciare il sistema in questi Paesi con la forza: “La Russia sta cercando di garantire la sua influenza esistente con misure ibride”.
I collegamenti tra i “compatrioti russi” in Lituania e la “loro patria storica” devono essere rafforzati, secondo la Russia. Mentre in Estonia, “i mass media russi e il flusso russo di informazioni dovrebbero essere rafforzati”. Mosca vuole “creare stabili gruppi di influenza filo-russi nell’élite politica, militare e sociale estone”. A Riga, si potrebbe costruire una scuola per “mantenere ed espandere l’importanza della lingua, della letteratura, della cultura e dell’istruzione russe”, si legge ancora nei documenti. Il russo potrebbe addirittura diventare una delle lingue ufficiali del Paese.