«I laboratori Usa, oltre a violare il diritto internazionale, mettono in pericolo le comunità». La Russia lancia l’ennesimo attacco agli Stati Uniti, stavolta in relazione alle attività dei laboratori biologici in Ucraina e in altri Paesi, perché rappresentano una «minaccia biologica» e violano le norme sulle armi biologiche. La reazione arriva dopo che la Duma, la camera bassa dell’Assemblea federale della Russia, ha approvato il rapporto finale della commissione parlamentare sui laboratori biologici Usa in Ucraina. Secondo la commissione, gli Stati Uniti hanno dislocato una rete di laboratori biologici in una serie di Stati confinanti con la Russia, dove si lavora su virus pericolosi e altri agenti patogeni sotto gli auspici del Dipartimento della Difesa statunitense. La Russia chiede, dunque, attenzione internazionale e un’indagine approfondita sulle attività illegali degli Stati Uniti relative ai laboratori biologici.
«Dobbiamo fare tutto ciò che è in nostro potere per attirare l’attenzione della comunità globale su questa attività illegale degli Stati Uniti», ha dichiarato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, il quale ha assicurato che il presidente russo Vladimir Putin è stato informato circa i risultati di questo rapporto. Il presidente della Duma, Vyacheslav Volodin, ritiene che il sottosegretario Usa agli Affari politici Victoria Nuland debba testimoniare davanti alla commissione parlamentare russa. «Dicono una cosa e ne fanno un’altra. La legge è uguale per tutti e a loro piace parlare di standard. Quindi, dovrebbero prima rispettare gli standard e venire qui».
BIOLABORATORI USA, ANCHE CINA ALL’ATTACCO
I timori della Russia sono condivisi dalla Cina. Wang Hanling, ricercatore presso l’Istituto di diritto internazionale dell’Accademia cinese delle scienze sociali, ha dichiarato che i laboratori biologici Usa in Ucraina hanno rappresentato una grave minaccia per la vita e la salute della popolazione locale. Come riportato dal China Daily, ha citato rapporti secondo cui queste attività potrebbero essere alla base dell’aumento del numero di casi di difterite, rosolia e morbillo nel Paese dal 2014. «In realtà, la mossa degli Stati Uniti ha esposto la salute della popolazione locale a un grande pericolo. Potrebbe anche causare malattie diffuse». Per Viktor Bondarev, presidente del Comitato per la Difesa e la Sicurezza del Consiglio della Federazione russa, la ricerca condotta dal Pentagono in Ucraina, così come nei Paesi ex sovietici, rappresenta una minaccia diretta per la Russia, quindi richiede lo sviluppo di misure speciali per garantire la sicurezza biologica. «La situazione in Ucraina è un esempio lampante di come gli Stati Uniti, in pratica, con il pretesto di attività biologiche per scopi preventivi e altri scopi pacifici, hanno lavorato a progetti finalizzati allo sviluppo di componenti di armi biologiche», ha dichiarato Sergey Ryabkov, vice ministro degli Affari esteri della Federazione russa.
BIOLABORATORI, LE VIOLAZIONI DEGLI USA
Secondo Wang Hanling, la ricerca biologica dell’esercito Usa ha violato il Protocollo di Ginevra del 1925 e la Convenzione sulle armi biologiche, che sono parti importanti del diritto internazionale per prevenire la proliferazione di armi di distruzione di massa. Il Protocollo di Ginevra è il primo patto internazionale che vieta l’uso di armi asfissianti, velenose e di altro tipo e di armi batteriologiche in guerra. La Convenzione sulle armi biologiche ha fatto un ulteriore passo avanti verso l’eliminazione totale di queste armi, vietandone lo sviluppo, la produzione, lo stoccaggio, l’acquisizione, la conservazione, il trasferimento e i sistemi di consegna, oltre a richiederne la distruzione. «Siamo convinti che il nostro Paese sia pienamente preparato a respingere le minacce biologiche. Come ha confermato il vice primo ministro russo Tatyana Alekseyevna, il lavoro in materia viene svolto nel nostro Paese in modo completo e ad alto livello professionale, e i nostri cittadini sono al sicuro», ha dichiarato Valentina Matviyenko, presidente del Consiglio della Federazione, la camera alta del Parlamento russo.