Non si attenuano – ed, anzi, crescono di giorno in giorno – le tensioni tra l’Occidente e la Russia con quest’ultima che proprio oggi è tornata a parlare della recente promessa statunitense di dispiegare missili a lunga gittata in Germania per sostenere la deterrenza europea: solo ieri Dmitri Peskov (in portavoce ufficiale del Cremlino) parlando con i giornalisti aveva definito la decisione americana “una pura provocazione”, oltre che un nuovo passo verso “una pericolosa escalation“. Oggi lo stesso Peskov è tornato sulla questione durante un’intervista con l’emittente televisiva VGTRK, riproponendo la durissima linea di ieri della Russia e arrivando (addirittura) a minacciare le capitali europee di finire sotto i missili e le bombe russe, come reazione – a suo dire “legittima” – alle crescenti tensioni.
Interpellato dal giornalista Pavel Zarubin che gli aveva appena chiesto se ci sarebbe stata una risposta al dispiegamento di missili americani, Peskov senza esitazione ha risposto “certamente“, soffermandosi su quello che lui stesso chiama un vero e proprio paradosso: “Gli Stati Uniti hanno schierato in Europa una varierà di missili di diversa gittata – ha spiegato il portavoce della presidenza della Russia -, che sono tradizionalmente puntati sul nostro paese [e] di conseguenza, [noi] abbiamo designato le capitali europee come obiettivi dei nostri missili”; ma il paradosso è che mentre l’Europa rischia grosso “gli Stati Uniti continuano a fare soldi“.
Il portavoce della Russia: “L’Europa scricchiola e in un confronto aperto potrebbe fare la fine dell’URSS”
“La Russia – ha continuato Peskov – è nel mirino dei missili americani di stanza in Europa”, e seppur la buona notizia (almeno per loro) è che “abbiamo già sperimentato questa cosa, è già successa e abbiamo abbastanza capacità per bloccarli“, dall’altra parte il portavoce non è affatto certo che l’UE riesca a fare lo stesso. Dal conto suo – infatti – da diversi mesi “l’Europa scricchiola [e per lei] non è un buon momento” e se si arrivasse ad un confronto come quello che portò la disgregazione dell’URSS e alla ‘creazione’ della Russia – ipotizzato dallo stesso Zarubin citato prima – “la storia [potrebbe] ripetersi, ma in una configurazione” completamente diversa da quella tristemente nota.