USA MINACCIA RITORSIONI CONTRO L’IRAN: IL MONITO DA RUSSIA E CINA
La guerra tra Israele e Hamas ormai non è l’unico conflitto che preoccupa la comunità internazionale nel guardare al Medio Oriente: è infatti l’Iran la vera forza attorno a cui si concentrano le tensioni di una possibile guerra globale pronta ad esplodere tra il “blocco Occidente” – Usa, Israele, Nato – contro quello “orientale” che vede rinsaldato l’asse con Russia e Cina. L’attacco mortale contro la base americana in Giordania ha posto le basi per un’ulteriore escalation, visto anche la “promessa” lanciata dall’amministrazione Biden di prossime sicure ritorsioni e risposte contro Teheran. In difesa della causa di Hamas restano tutti “satelliti” dell’Iran, da Hezbollah in Libano fino agli Houthi nello Yemen, ed è proprio contro Teheran che gli Stati Uniti continuano a considerare come l’unica vera minaccia globale (dopo la Russia di Putin).
Arriva dunque proprio da Mosca, dopo Pechino, il messaggio “diretto” contro Washington per evitare l’esacerbarsi del conflitto contro l’Iran, storico alleato tanto di Putin quanto di Xi Jinping: «Non accogliamo con favore alcuna azione che porti alla destabilizzazione della situazione nella regione e all’escalation della tensione, soprattutto sullo sfondo del potenziale di conflitto già eccessivo che osserviamo nella regione», ha detto stamane il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, invitando il Pentagono ad evitare «rappresaglie contro l’Iran o interessi iraniani in Medio Oriente».
“RISCHIO ESCALATION IN MEDIO ORIENTE”: ALLARME MONDIALE SULL’IRAN
Allo stesso tempo da Pechino parla il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Wang Wenbin, ribadendo lo stesso concetto: «Ci auguriamo che tutte le parti interessate mantengano la calma e la moderazione per evitare di cadere in un circolo vizioso di ritorsioni e impedire un’ulteriore escalation della tensione regionale». La Cina ha notato, chiosa il Ministro, continue segnalazioni di vittime causate dall’attacco ad una base militare americana ma segnala come Teheran abbia smentito alcun coinvolgimento nell’attacco: «la situazione in Medio Oriente è attualmente molto complessa e delicata», conclude la Cina tramite il portavoce del Ministero. I tre soldati americani morti nell’attacco contro la base Usa in Giordania rischia di rappresentate il punto di svolta in negativo verso l’escalation globale nel Medio Oriente: anche per questo motivo da Parigi si prova ad accelerare sulla tregua fra Israele e Hamas a Gaza, in modo da “spegnere” le tensioni anche fosse per qualche settimana.
Secondo le fonti dirette del NYT alla Casa Bianca, le ipotesi di Biden sulle “risposte” da mandare all’Iran sono diverse: si parla dell’attacco diretto – tesi meno battuta proprio per non innescare una guerra parallela con Russia e Cina -, l’attacco alla rete di gruppi iraniani nella regione e le “solite” sanzioni. Il presidente americano Joe Biden ha attribuito l’attacco in Giordania a «gruppi estremisti sostenuti dall’Iran attivi in Siria e Iraq» ed è per questo che ha parlato immediatamente di «risposta più forte rispetto a quanto hanno fatto sinora gli Stati Uniti con raid aerei limitati contro milizie sostenute dall’Iran». Allo stesso tempo, è la comunicazione ufficiale del Presidente Usa a confermare come non è intenzione degli Stati Uniti «per alcun allargamento del conflitto in Medio Oriente».
Il rischio della guerra è comunque alto e spaventa l’intera comunità internazionale, a cominciare dall’Europa: non da oggi impegnato a livello Nato per convincere gli alleati a maggiore decisione e cooperazione sulla reazione forte da opporre ai Paesi anti-democratici, il Ministro della Difesa Guido Crosetto in una recente intervista a “La Stampa” ha parlato di uno “scenario nuovo” nel osservare l’evolversi geopolitico internazionale. «Abbiamo costruito regole con l’idea di un mondo sempre pacifico, di nazioni che non invadono le altre, di guerre che non incidono sul benessere dei nostri cittadini. E invece ci ritroviamo in un mondo diverso, in cui gli attori che lo stanno destabilizzando, Iran, Russia e Corea del Nord, hanno una capacità produttiva militare superiore a quella della Nato»: secondo il Ministro FdI, gli attacchi degli Houthi alle navi nel Mar Rosso (tranne a quelle cinesi e russe, e non è un caso) sono un nuovo capitolo di «guerra ibrida» che impone una risposta urgente di tutta la missione europea. Lo scenario globale è cambiato, ha concluso Crosetto, «perché gli attori che lo stanno destabilizzando, Iran, Russia e Corea del Nord, hanno una capacità produttiva militare superiore a quella della Nato».