In questi giorni la Russia ha iniziato ad inviare parte delle sue armi nucleari alla Bielorussia, sua stretta alleata che lo scorso febbraio ha permesso alle truppe del Cremlino di dispiegarsi per attaccare l’Ucraina nel tragico prologo della guerra in atto da oltre un anno e mezzo. Si tratta di una mossa prettamente strategica, sulla quale sono già stati posti gli occhi degli Stati Uniti e, probabilmente, della Cina che da sempre si è schierata contro l’eventualità che Putin utilizzi armi nucleari contro Kiev. La Bielorussia, infatti, farà solo da sito di stoccaggio per le armi nucleari della Russia, e il controllo delle stesse rimarrà totalmente tra le mani del Cremlino.



Russia, Bielorussia e le armi nucleari “più potenti di quella di Hiroshima”

Non è, d’altronde, una novità che la Russia ha deciso di consegnare parte delle sue armi nucleari alla Bielorussia. Infatti, le prime dichiarazioni in merito erano arrivate, da parte del leader russo Vladimir Putin, già a marzo, quando aveva annunciato che le avrebbe schierate sul territorio di Alexander Lukashenko, in linea con il simile dispiegamento di armi da parte degli Stati Uniti nei vari paesi europei. Gli USA, dal contro loro, non si sono opposti alla consegna di armi, e non ritengono ci siano segnali d’allarme in merito al loro utilizzo in Ucraina.



Comunque sia, nessuno si aspettava che la consegna di armi nucleari da parte della Russia alla Bielorussia sarebbe arrivata proprio ora, in concomitanza con l’inizio della controffensiva da parte dell’Ucraina. Ad annunciarne l’arrivo è stato lo stesso Alexander Lukashenko che, ai media, ha dichiarato che “abbiamo ricevuto missili e bombe russe. Sono tre volte più potenti di quelle [usate a] Hiroshima e Nagasaki“. Secondo il leader Lukashenko, le armi nucleari consegnate dalla Russia alla Bielorussia funzioneranno anche come deterrente da eventuali minacce esterne, mentre Putin solamente venerdì ha sottolineato che il controllo di quelle stesse armi sarà esclusiva del Cremlino e che solo lui potrà decidere se, quando e come utilizzarle o spostarle nuovamente dai siti di stoccaggio in cui sono attualmente conservate.

Leggi anche

SCENARI/ Ora l’Occidente non lasci a Putin e Xi la nuova “Bretton Woods”