SI È DIMESSO IL CONSIGLIERE RUSSO ALLE NAZIONI UNIITE

«Non mi sono mai vergognato così tanto del mio Paese»: ha scritto così Boris Bondarev, diplomatico di lungo corso da 20 anni nella delegazione della Russia e dal 2019 presso l’Onu, nella sua lettera di dimissioni resa nota dal direttore della ong “UN Watch” sui social, l’avvocato Hillel Neuer.



La decisione tre mesi fa del Cremlino di invadere l’Ucraina resta, scrive ancora l’ex delegato, «è il crimine più grave contro il popolo russo da parte di un gruppo dirigenziale che vuole rimanere al potere per sempre». Sono parole durissime che piombano sul Cremlino e sul Presidente Putin nelle stesse ore in cui si cerca un difficile negoziato per far scattare le trattative di pace nelle prossime settimane. Era dal settembre 2019 che Bondarev apparteneva alla delegazione diplomatica russa all’Onu ma quanto avvenuto quest’anno in Ucraina non è più sopportabile: «la guerra aggressiva scatenata da Putin contro l’Ucraina, e di fatto contro l’intero mondo occidentale, non è solo un crimine contro il popolo ucraino, ma anche il crimine forse più grave contro il popolo russo».



“MI VERGOGNO PER LA MIA RUSSIA”: LA LETTERA DI DIMISSIONI

Il motivo reale delle dimissioni, spiega ancora Boris Bondarev nella lunga lettera pubblica consegnata all’Onu, è proprio il disapprovare «profondamente quello che il mio governo sta facendo e ha fatto da febbraio, e non voglio più essere associato alle sue azioni».

Contattato dalla Bbc, sempre l’ex delegato russo spiega come la sua posizione rimanga purtroppo minoritaria nella Russia di oggi: «Penso che la maggior parte delle persone segua la propaganda e quello che i superiori dicono loro. Quando lavori al ministero lavori all’interno di una gerarchia, quindi devi obbedire a quello che ti dicono i superiori. E per molti anni – ha detto Bondarev – qualsiasi approccio critico è stato cancellato». Quella dell’ex delegato Onu riguarda la defezione di più alto grado nella diplomazia russa dall’inizio della guerra: «Credo che mi considerino già un traditore», conclude nella lettera ancora Bondarev, «Mi dispiace ammettere che in tutti questi vent’anni il livello di menzogne e la mancanza di professionalità nel lavoro del ministero degli Esteri sono cresciuti costantemente». Durissimo infine l’attacco al Ministro Lavrov e all’intera cerchia diplomatica russa: «diffusi cliché di propaganda nello spirito dei giornali sovietici degli anni Trenta e il ministro Lavrov è un buon esempio di questa deriva».