Sono molti fra gli addetti ai lavori che si sono domandati in questi due anni di guerra in Ucraina, come mai l’economia della Russia non ne stia affatto risentendo e la risposta potrebbe risiedere nell’oro, bene rifugio per eccellenza. Secondo il Jerusalem Post, Mosca starebbe quindi aggirando le sanzioni tramite il metallo prezioso e lo si capisce chiaramente dell’aumento dello stesso: si è infatti passati da 1,12 miliardi di rubli di acquisto fino a 8,2 al giorno, un incremento considerevole, di circa 7 volte. E così che, se da una parte il mondo occidentale continua ad inasprire le sanzioni nei confronti della Russia, Putin dall’altra aumenta le riserve di oro, di modo da mantenere la sua nazione in salute e nel contempo, di continuare ad avere delle relazioni commerciali con alcuni partner chiave.



La crescita di cui sopra degli acquisti dell’oro si traduce in percentuale in ben il 601% al mese rispetto alla media precedente, un incremento senza precedenti che conferma i sospetti del Jerusalem Post e non solo. Si tratta di una mossa economica che arriva in un periodo in cui la Russia sta registrando non poche difficoltà nelle transazione bancarie con le nazioni occidentali, ma che permette alle casse dello stato di continuare ad operare in verde. Tra l’altro Mosca non sarebbe l’unica ad attuare questa strategia, visto che per il JP anche la Cina avrebbe attuato la stessa “tattica”, utilizzando quindi l’oro per pagare i beni e i servizi.



RUSSIA E CINA PUNTANO SULL’ORO: COME SI STA MUOVENDO MOSCA

Per quanto riguarda il gigante asiatico, è previsto un sistema alquanto sofisticato, a cominciare dall’acquisto di oro in Russia, quindi il trasporto ad Hong Kong, dove il prezioso metallo viene venduto, e poi quanto viene ricavato viene depositato su dei conti bancari locali. Grazie a questo escamotage alquanto geniale, sia Russia che Cina possono continuare ad operare aggirando le sanzioni che l’occidente ha imposto.

Come ricorda il Jerusalem Post, in ogni caso questo metodo che potrebbe sembrare ad hoc, non è privo di ostacoli e problemi, visto che la Russia è ricorsa a dei corrieri veri e propri che trasportassero fisicamente i documenti oltre i confini nazionali, per poi ottenere tutte le approvazioni necessarie da parte delle banche cinesi. Si tratta quindi di sforzi importanti, un duro prezzo da pagare per mantenere attive le relazioni fra Mosca e Pechino, e nel contempo aggirare le sanzioni internazionali.



RUSSIA E CINA PUNTANO SULL’ORO: IL PARERE DI JON FORREST LITTLE

Sulla vicenda dell’oro si è espresso anche Jon Forrest Little della Silver Academy, grande analista del settore, che offre un punto di vista differente sulla vicenda: “Il ritorno alle transazioni basate sull’oro tra Russia e Cina non è tanto una soluzione alternativa quanto un ritorno a una forma di scambio economico più fondamentale e collaudata nel tempo”.

Secondo l’esperto di metalli preziosi, l’oro ha un valore intrinseco ed è inoltre riconosciuto come mezzo di scambio universale, una moneta che tutti usano di fatto. Ed è per questo che si tratta di una opzione di pagamento più affidabile, meglio delle valute legali e soprattutto in un periodo di forti tensioni internazionali come quello che stiamo vivendo, in particolare da due anni a questa parte con l’invasione dell’Ucraina, ma anche dei rapporti a minimi termine fra Cina e Taiwan, senza dimenticarsi della guerra in Medioriente fra Israele e Palestina.