Il giornalista e analista Domenico Quirico ha pubblicato una personale riflessione sulla guerra in Ucraina, a fronte di proclami sempre più ad alta voce da parte di USA e Russia di un possibile ricorso all’atomica. La guerra, d’altronde, secondo l’analista è destinata quasi inevitabilmente a diventare molto più ampia di quanto si sia visto negli ultimi due anni, con sempre più nazioni che parlano di possibili interventi diretti con truppe militari, che renderebbero di fatto il conflitto globale.



Con la guerra in Ucraina, spiega Quirico, ci sono voluti due anni prima che “i Manovratori del mondo rendessero chiari i limiti della guerra nel cuore dell’Europa. Il punto in cui le parti fissano lo spazio finale oltre cui nulla sarebbe più negoziabile o possibile”. Il segretario USA Austin, infatti, “ha ammonito che la caduta di Kiev potrebbe avere come conseguenza il ricorso all’arma nucleare” ed, ovviamente, Putin “ha ribadito che un attacco della Nato al territorio russo comporterebbe il sostegno dell’arsenale nucleare”. Il limite ultimo della guerra in Ucraina, insomma, secondo Quirico è stato fissato al ricorso all’atomica. “Poiché l’intervento diretto sul campo di battaglia è inevitabile, i due contendenti stabilisco fino a dove la nuova fase potrà arrivare” e il problema è che quel limite è “l’Apocalisse“.



Quirico: “Ormai ci siamo rassegnati che non c’è soluzione alla guerra in Ucraina”

“Dopo due anni di reciproci proclami di vittoria inevitabile“, ragiona ancora Quirico sulla guerra in Ucraina, “siamo incapaci di applicare i metodi elementari del pensiero ragionevole. Con una raggelante automatismo, dopo aver consumato senza esito una generazione ucraina (e russa) si è deciso che la carneficina si allarghi e la morte diventi una amica intima”, con un’escalation il cui esito è difficile comprensione.

In Ucraina e nel mondo, con la guerra, sottolinea Quirico, “tutto crolla” e seppur forse sarebbe opportuno chiederci se siamo arrivati “a uno di quei momenti” come “il 1914 o il 1939”, è altrettanto vero che “forse ci siamo già rassegnati: non esiste il modo di risolvere questa tragedia innescata da Putin” se non estenderla, espanderla, “senza altre perdite, senza tradimenti, senza diserzioni”. Lo spettro della guerra totale, forse atomica, secondo Quirico “non si avventa ancora”, ma “è in agguato in silenzio. Ci osserva mentre ci occupiamo di dettagli per non pensarci”.