DALLA CINA AGLI USA FINO ALLA “SCOMPARSA” DI PRIGOZHIN: COSA SUCCEDE ORA IN RUSSIA
Non si hanno tracce né notizie su Prigozhin dopo la decisione di stoppare la marcia su Mosca e interrompere così il tentato golpe in Russia: mentre il comandante ceceno Ramzan Kadyrov ha confermato che unità speciali delle forze ai suoi ordini erano state inviate verso Rostov per fermare il Gruppo Wagner di Prigozhin, sono ritornate nei ranghi le misure eccezionali di emergenza disposte in fretta e furia da Putin nel pieno della tentata marcia verso il Cremlino. «La mia priorità è l’attenzione all’operazione militare speciale in Ucraina. Così comincio la mia giornata e così la finisco», fa sapere Putin in un’intervista a Rossiya 1, registrata il 21 giugno e di cui riferisce oggi la Tass.
Resta il mistero attorno a quel tentato golpe-rivolta-guerra civile: dopo le notizie dagli Usa, che confermano come Putin sarebbe stato avvisato dagli 007 americani prima dell’attacco di Wagner contro i vertici militari russi, anche dalla Cina qualcosa si muove sul fronte intelligence. Su ordine diretto di Xi Jinping, gli 007 cinesi – riportano le agenzie internazionali citando fonti da Pechino – avrebbe svolto un ruolo cruciale nel disinnescare la ribellione militare di Wagner. Una lunga telefonata ci sarebbe stata ieri tra un membro dell’intelligence di Pechino e Prigozhin: «Pechino ha espresso sostegno alle misure adottate dalla leadership russa per stabilizzare la situazione interna in relazione agli eventi di sabato 24 giugno e ha ribadito il proprio interesse a rafforzare la coesione e l’ulteriore prosperità della Russia», commenta oggi un messaggio del ministero degli Affari Esteri della Federazione Russa riportato dalla Tass. Nelle stesse ore il viceministro degli Esteri Andrei Rudenko ha incontrato il capo del ministero degli Esteri cinese Qin Gang e il suo vice Ma Zhaoxu a Pechino. Nel frattempo, i combattenti del gruppo Wagner si stanno ritirando anche dalla regione di Voronezh: «Il movimento delle unità della Wagner attraverso la regione di Voronezh sta procedendo normalmente e senza incidenti», ha spiegato il governatore regionale Alexander Gusev.
MILIZIANI WAGNER LASCIANO ROSTOV TRA ALI DI FOLLA, RUSSIA “FALLITO GOLPE PRIGOZHIN”
Le 24 ore più surreali della storia recente mondiale: è già finita la tentata e iniziata marcia su Mosca del gruppo di miliziani della Wagner, capitanati dall’enigmatico e sanguinario leader Yevgeny Prigozhin. Dopo l’annuncio del golpe contro il sistema di potere in Russia e dopo la condanna a morte in diretta mondiale del Presidente Vladimir Putin contro i mercenari del Gruppo Wagner, la mediazione del presidente bielorusso Lukashenko ha evitato il peggio facendo desistere Prigozhin che nella serata di ieri ha desistito nella marcia verso il Cremlino ritirando le milizie e abbandonando tra stanotte e stamane la città di Rostov.
Osservando le immagini dei video in arrivo dal grande centro russo a meno di 200 km da Mosca, si vedono cittadini e militari che salutano con ali di folla i miliziani della Wagner. «Volevano sciogliere Wagner. Siamo partiti il 23 giugno per la ‘Marcia della giustizia’. In un giorno abbiamo marciato a poco meno di 200 km da Mosca. Durante questo periodo non abbiamo versato una sola goccia di sangue dei nostri combattenti»: così ieri Prigozhin spiega l’abbandono del tentato colpo di stato. In pochi minuti è stato poi archiviato il procedimento penale contro Yevgeny Prigozhin per rivolta armata da parte del Cremlino, confermando dal portavoce di Putin, Dmitri Peskov. Ora la Wagner si dirige verso la Bielorussia con una ribellione mostrata al mondo intero e tanti dubbi-sospetti su cosa possa essere successo sabato 24 giugno in Russia.
Wagner forces departing the city of Rostovpic.twitter.com/c1LjSJsGVZ
— The Spectator Index (@spectatorindex) June 24, 2023
LE 24 ORE PIÙ SURREALI DELLA GUERRA TRA RUSSIA E UCRAINA
Era cominciato tutto venerdì notte con le notizie di possibili movimenti interni alla Russia del gruppo di miliziani Wagner che dall’inizio della guerra in Ucraina combattono a fianco dell’esercito russo nel Donbass (e non solo). Poi sabato mattina l’annunzio a sorpresa di Prigozhin ha “svegliato” il mondo facendo ipotizzare una guerra civile in Russia contro Putin: «La guerra civile è ufficialmente iniziata», ha sottolineato il leader della Wagner su Telegram facendo riferimento all’attacco subito da un convoglio della compagnia nella regione russa di Voronezh. «Siamo tutti pronti a morire, tutti e 25mila e poi ancora altri 25mila. Stiamo morendo per il popolo russo: Vladimir Putin si sbaglia profondamente, nessuno si consegnerà ai suoi ordini, non vogliamo che il Paese continui a vivere nella corruzione e le bugie».
E così comincia la marcia su Mosca con rapidamente raggiunta e in un clima surreale “liberata” la città di Rostov: almeno 15 miliari russi uccisi e una popolazione che allibita scende in piazza e sostiene pubblicamente i mercenari. Putin in diretta mondiale condanna a morte Prigozhin e annuncia misure di emergenza su tutta la Russia, disponendo sacchi di sabbia all’ingresso di Mosca con enorme dispiegamento di mezzi militari di difesa. Il mondo assiste attonito all’evolversi dei fatti con il tentato golpe che sembra sempre più una cosa seria e non l’ennesima “boutade” di Prigozhin. Ma al culmine della ribellione, dopo nemmeno 24 ore di marcia su Mosca, arriva l’incredibile stop: «Torniamo indietro per non spargere sangue», ha spiegato il capo dei mercenari, Yevgeny Prigozhin. «Il capo del gruppo andrà in Bielorussia, e le accuse contro di lui e contro i suoi mercenari verranno ritirate», ha quindi annunciato il Cremlino: «coloro che lo vorranno, potranno firmare contratti con il ministero della Difesa russo, a patto che non abbiamo preso parte al tentativo di insurrezione». Putin ringrazia pubblicamente Lukashenko per la mediazione.
DAL NEW YORK TIMES: “007 USA CONOSCEVANO I PIANI DELLA WAGNER”
Insomma, tutto finito dopo neanche un giorno e un sospetto “serpeggia” nelle cancellerie mondiali: e se fosse tutta una messinscena? E se invece è tutto vero e Putin si riscopre improvvisamente molto più debole dopo un anno e mezzo di guerra in Ucraina? E se invece la strategia russa si conferma più avvantaggiata paradossalmente dopo la ribellione sedata? Sono tanti i quesiti che si rincorrono in queste ore con un unico fatto certo: la marcia su Roma si è bloccata.
Stamane il New York Times assieme al Washington Post riportano da fonti d’intelligence che gli Stati Uniti «erano state informate da giorni dei piani del capo del gruppo di mercenari Wagner Yevgeny Prigozhin». Almeno mercoledì scorso la CIA sarebbe stata informata del tentato golpe e la preoccupazione principale è come la rivolta «avrebbe influenzato il controllo di Mosca sul suo arsenale di armi nucleari». Tante e diverse le analisi di esperti internazionali in queste ore: secondo l’Istituto per lo studio della guerra (Isw), l’ammutinamento di Wagner contro il Cremlino indebolisce molto Putin. «La ribellione ha messo a nudo la debolezza delle forze di sicurezza russe e ha dimostrato l’incapacità di Putin di usare le sue forze in modo tempestivo per respingere una minaccia interna, erodendo ulteriormente il suo monopolio sulla forza», sottolinea l’istituto citando la reazione della folla in Russia al passaggio dei mercenari. Di contro invece, al “Sussidiario” in esclusiva stamane il generale Marco Bertolini – già comandante del Coi e della Brigata Folgore in numerosi teatri operativi, dalla Somalia all’Afghanistan – sottolinea come «Putin esce rafforzato perché il primo tentativo reale di regime change, ammesso che di questo si trattasse, è stato fermato, di fatto, ancor prima di cominciare». Capire ora cosa sia realmente successo e quali fossero le reali intenzioni del Gruppo Wagner è, forse, ancora troppo presto…