Dopo aver mosso guerra contro l’Ucraina, Vladimir Putin guida la lotta contro l’Occidente in Africa. Il presidente russo si affida infatti ai governanti militari del Burkina Faso e del Mali e alla loro avversione per gli “imperialisti” europei. Come evidenziato da Die Presse, non sono mancate bandiere russe, le foto del leader del Cremlino e gli applausi verso Mosca nelle proteste di piazza dei Paesi africani in rivolta. E non è un caso: la Russia sta cercando di stringere la presa sul continente.
La compagnia di mercenari Wagner è stata un’arma importante negli ultimi anni. Putin si presenta come un’alternativa agli Stati Uniti e all’Europa occidentale e vuole cacciare player influenti come la Francia. E con questa strategia ha avuto abbastanza successo. Tra gli alleati principali c’è sicuramente il Burkina Faso, che non ha mai esitato a denunciare “l’Occidente imperialista”. Il leader Ibrahim Traorè – che nel 2022 ha rovesciato il potere – è considerato una star tra gli amici di Putin in Africa, soprattutto per essersi allontanato da Parigi.
Russia, i piani di Putin in Africa
Un altro alleato della Russia è il Mali, dove dal 2021 governa il colonnello Assimi Goita. Nel Paese da anni le milizie jihadiste fanno il bello e il cattivo tempo e sempre nel Paese la Francia ha storicamente avuto una grossa influenza. Da due anni a questa parte le cose sono cambiate: protetto dalla Wagner, Goita ha aperto le porte alla Russia e ha preso le distanze da Parigi. Poi è il caso di citare Sudan e Libia, dove gli uomini di Prigozhin sono coinvolti nelle guerre civili. In Sudan stanno sostenendo il capo delle forze di supporto rapido, il generale Mohamed Hamdan Dagalo, che ha le mani nel commercio dell’oro. In Libia aiutano il generale Khalifa Haftar, che controlla l’est del Paese. Infine, citazione necessaria per il Niger, al centro del recente golpe: non è un caso che Burkina Faso e Mali abbiano iniziato a spingere per un’alleanza con i fautori del colpo di Stato.