Nella Russia impegnata ormai da più di due anni in una sempre più critica guerra in Ucraina e che si prepara ad un rimpasto del governo dopo la rielezione del presidente Vladimir Putin, si parla sempre di più di un presunto caso di corruzione che riguarderebbe almeno uno dei vertici politici. A riferire l’accaduto è il sito Politico che racconta come il viceministro della Difesa Timur Ivanov è stato arrestato e attende, in un carcere della Russia, il processo a suo carico: un caso del tutto unico in uno stato in cui la democrazia (o presunta tale) non passa quasi mai per la giustizia, soprattutto se ad essere coinvolti sono dei ministri di alto rango o, peggio ancora, i fedelissimi del presidente.



Per ora ovviamente non c’è ancora di confermato, anche perché – spiega ancora Politico – i media russi si guardano bene dall’affrontare la notizia se non con piccoli trafiletti sul fondo delle ultime pagine dei quotidiani locali. L’effetto più importante dell’arresto di Ivanov è che un’eventuale condanna potrebbe ripercuotersi anche sul ministro della Difesa stesso, Sergei Shoigu, che in Russia è uno degli uomini attualmente più potenti ed accreditati.



Le accuse di corruzione contro Ivanov e i rischi per il ministro della Difesa della Russia

Partendo dal principio, Ivanov era già finito sotto accusa da parte dei fedelissimi dell’ex leader dell’opposizione Alexei Navalny, che un paio di anni fa aveva supposto un qualche tacito accordo nella leadership della Russia per coprire i loro stipendi d’oro (in particolare: il vice in un’occasione pubblica si era premurato di nascondere un lussuoso orologio al polso del portavoce Dmitry Peskov). Non è chiaro chi abbia mosso le nuove accuse a carico di Ivanov, ma è certo che è stato accusato di essersi intascato tangenti per oltre 1 milione di rubli, che qui sarebbero poco più di 10mila euro.



Tralasciando che Ilya Shumanov (capo di Transparency International Russia) ha definito l’accusa contro Ivanov “ridicola” a fronte delle enormi quantità di soldi che ha maneggiato nella sua lunga carriera politica; ci interessa la posizione del suo diretto superiore, ovvero il già citato Shoigu. Questi, ricorda Politico, non è attualmente soggetto ad alcuna indagine e non figura tra i possibili leader accusati di corruzione in Russia, ma al contempo potrebbe essere tra le prime teste a cadere nel rimpasto di governo. Già Prigozhin aveva chiesto la sua rimozione dal ruolo nel famoso golpe fallito, accusandolo di spendere male i tantissimi fondi per la guerra in Ucraina; mentre negli ultimi anni ha affidato a Ivanov il diretto controllo di tutti i fondi per la Difesa e non si può escludere che Putin non veda più in lui quel fedelissimo compagno che è stato fino ad oggi.