La Russia è sempre più presente nel Mar Mediterraneo. “Gli effetti immediati sulla nostra sicurezza della guerra in Ucraina si sono riverberati ancora una volta sul mare – analizza Enrico Credendino, Capo di Stato Maggiore della Marina Militare – e sono l’aumento impressionante dei numeri della flotta russa nel Mediterraneo e nel Mar Nero a un livello che non si vedeva nemmeno ai tempi della Guerra Fredda”.



Per l’ammiraglio Credendino, sebbene “il numero di navi russe nel Mediterraneo è aumentato” si tratta di “un numero alto che non è una minaccia diretta al territorio nazionale ma aumenta tantissimo la tensione”. Ne ha parlato in questi termini durante un’audizione alla Commissione Difesa della Camera, dove ha sottolineato che “i russi hanno un atteggiamento aggressivo che non era usuale nel Mediterraneo e prima era evidente solo nel Baltico”. A questo punto, secondo l’ammiraglio “il rischio di incidente è possibile e quando c’è un incidente di questa natura non si sa mai dove si può andare a finire”. In particolare, al centro di questa vicenda potrebbe esserci il porto di Tartus, sulle coste della Siria, dove in genere sono presenti almeno 16 navi da guerra. Tra cui, come sottolinea il quotidiano Libero, si contano due incrociatori Slavas, punte di diamante della flotta di Mosca nel Mediterraneo ma risalenti alla Guerra Fredda. Il terzo esemplare si trova solitamente nel Mar Nero.



Russia nel Mediterraneo, la flotta italiana e le forze alleate

Nel mese di giugno 2022, a 150 miglia dal Golfo di Taranto era stato individuato l’incrociatore russo Varyag, ulteriore segno della presenza russa nel Mar Mediterraneo. Di contro, la NATO nel Mediterraneo ha stanziato la Sesta Flotta a Napoli, almeno una portaerei statunitense, una francese e le due italiane Cavour e Garibaldi. Proprio le portaerei NATO avevano effettuato un’esercitazione congiunta al momento dell’invasione russa in territorio ucraino.

La presenza sempre più insistente della Russia nel Mar Mediterraneo era stata messa in evidenza già dall’ammiraglio di squadra Aurelio De Carolis, il quale però aveva sottolineato la totale sinergia delle forze della Marina Italiana con le altre forze navali presenti nelle acque del Mare Nostrum, comprese quelle NATO e statunitensi.