La Russia sta discutendo con la Turchia e l’Iran dell’organizzazione di una riunione sulla guerra civile in Siria per discutere di una risoluzione della situazione: ad annunciarlo è stato il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov nella conferenza stampa dopo il Consiglio ministeriale dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE). “Stiamo negoziando con i nostri partner turchi e iraniani l’organizzazione di una riunione ministeriale questa settimana“.
Tra i temi affrontati nel briefing anche gli equilibri nella regione asiatica: “Non possiamo permettere che la regione Asia-Pacifico diventi la prossima vittima della serie di tragedie che si sono verificate in varie regioni, dall’Afghanistan ad Haiti, dove lo Zio Sam è arrivato, ha combinato un disastro e poi ha guardato la carneficina da lontano, costringendo altri a ripulire al posto degli Stati Uniti“, ha aggiunto Lavrov.
Il ministro ha lanciato pesanti accuse all‘amministrazione Biden, in quanto “sta mettendo le infrastrutture della NATO nella regione Asia-Pacifico“. Quindi, “si stanno creando blocchi militari, anche sotto l’ombrello nucleare, mentre la portata delle esercitazioni militari che coinvolgono la NATO sta crescendo nel Mar Cinese Meridionale e nello Stretto di Taiwan, così come intorno alla penisola coreana“. Per Lavrov si tratta di un tentativo eloquente “di creare instabilità in tutto il continente eurasiatico“.
I DELICATI EQUILIBRI IN EURASIA
Per Lavrov bisognerebbe creare un’architettura pan-eurasiatica, che rifletta un nuovo ordine mondiale policentrico, per garantire un futuro affidabile ai Paesi di questa regione. Il ministro russo si è detto convinto che il principio delle “soluzioni regionali ai problemi regionali sia l’unico approccio corretto per l’Eurasia“. Inoltre, ritiene che “l’Euro-Atlantico stia perdendo il suo status di forza trainante dello sviluppo globale“. Ungheria e Slovacchia sarebbero intrigate dall’idea della Russia di sviluppare un nuovo quadro di sicurezza eurasiatico, che è un processo inevitabile per il diplomatico russo.
“A prescindere dal fatto che l’Occidente lo voglia o meno, il processo di costruzione di una nuova architettura di sicurezza sta andando avanti a pieno ritmo, ed è già basato non sul concetto euro-atlantico, ma sulla comprensione del fatto che l’unico continente eurasiatico attualmente offre a tutti l’opportunità di salvaguardare equamente gli interessi di tutti e di costruire la stessa sicurezza indivisibile, che è stata proclamata nell’OSCE, ma è stata distrutta dalle azioni dell’Occidente“. A tal proposito, ha citato come esempio la “sconsiderata espansione della NATO verso est“.
LAVROV SU ARMENIA E CSTO
In conferenza stampa Lavrov ha commentato anche le dichiarazioni del primo ministro armeno Nikol Pashinyan, secondo cui le relazioni dell’Armenia con l’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva hanno superato il punto di non ritorno. A tal proposito, il ministro russo ha dichiarato che non è stato presentato alcun documento relativo al ritiro dell’Armenia dal CSTO: “Abbiamo sentito queste discussioni e il primo ministro armeno ha parlato e discusso ampiamente di questo argomento in parlamento. Non stiamo imponendo nulla a nessuno. Siamo convinti che sia nell’interesse della sicurezza dell’Armenia utilizzare appieno la sua adesione“.
Lavrov, dunque, si smarca: “Se la decisione di cui parla è scontata, sarà un diritto sovrano dell’attuale leadership armena. La Russia e gli altri membri della CSTO non hanno intrapreso e non intraprenderanno alcuna azione che possa essere percepita come una chiusura della porta a Yerevan“.