La Russia ha annunciato che il missile nucleare ipersonico soprannominato “Satana II” è operativo. Il sistema strategico Sarmat (questa la sua denominazione originaria) “è stato messo in servizio in combattimento”. Ad annunciarlo, come riportato dalla Cnn, è stato Yury Borisov, direttore generale della società spaziale statale Roscosmos, in un’apparizione mediatica.



Il Sarmat sostituirà i missili Voevoda dell’era sovietica, noti con la designazione NATO SS-18 “Satana”, nell’arsenale strategico della Russia. L’apparecchio sarebbe capace di eludere le difese missilistiche di tutto il mondo grazie alla velocità di salita e riuscirebbe a portare in zona suborbitale fino a 15 testate nucleari (MIRV) o 24 veicoli ipersonici Avangard (MARV). Il suo raggio d’azione è di circa 18.000 km. Ciò significa che può arrivare sostanzialmente ovunque. Le caratteristiche in questione erano state annunciate tempo fa dallo stesso presidente Vladimir Putin ed erano suonate come una minaccia reale per l’Occidente. “Il nuovo sistema farà riflettere i nostri nemici”, aveva affermato.



Russia, missile nucleare ipersonico Satana II operativo: le caratteristiche

Il missile nucleare ipersonico soprannominato “Satana II” della Russia sarebbe dovuto diventare operativo diversi mesi fa. Il progetto, che risale al 2008, ha subito tuttavia alcuni ritardi. I primi test sono iniziati nel 2015, ma la prima dimostrazione ufficiale è avvenuta soltanto nell’aprile del 2022 nel corso di un evento seguito in diretta dal presidente Vladimir Putin. In quella occasione aveva annunciato che la messa in servizio sarebbe avvenuta alla fine dell’anno, ma ciò non è avvenuto. Tanto che all’epoca, gli analisti occidentali avevano sostenuto che la minaccia agli Stati Uniti e ai suoi alleati fosse “estremamente bassa” e che gli esperimenti di alto profilo dell’arma erano destinati a nascondere i fallimenti militari russi nella guerra in Ucraina.



È soltanto nel febbraio del 2023 che il capo del Cremlino è tornato a ribadire che il complesso “con un nuovo missile pesante” sarebbe stato presto pronto per l’uso, per poi rimandare ulteriormente la presentazione al periodo attuale. Adesso non sembrerebbero esserci più dubbi: il Sarmat è pronto.