Con una mossa inaspettata – e parzialmente ritrattata poco dopo – la Russia ha proposto di rivedere unilateralmente i confini nel Mar Baltico, estendendo la sua sfera d’influenza sulle acque territoriali di Finlandia e Lituania: di fatto il territorio russo aumenterebbe, mentre quello finlandese e lituano si ridurrebbe leggermente, senza però intaccare in alcun modo i confini terrestri rigidamente definiti dalle convenzioni internazionali. A rivelare l’intenzione della Russia di espandere i confini marittimi su Finlandia e Lituania sarebbe stato un decreto pubblicato sul portale del governo russo, poi rimosso e bollato come falso dalle varie agenzie stampa del Cremlino.
L’intenzione concreta – spiegano alcuni quotidiani che hanno visionato la bozza revocata – è quella di stabilire “un sistema di linee di base diritte mancante sulla parte meridionale delle isole russe nell’est” del golfo finlandese che altereranno il confine marittimo dell’enclave russa di Kaliningrad. La Russia, così, dichiarerà come acque territoriali nazionali l’area attorno alle isole Jahi, Sommers, Holland, Rodsher, Maly Tyuters, Vigrund – ora in Finlandia – e le zone in Lituania vicine allo Spiedo Curoniano, a Capo Taran e allo Spiedo del Baltico.
L’ira di Finlandia e Lituania per l’espansione dei confini della Russia: “Viola la Convenzione ONU”
Immediata (e del tutto prevedibile) la reazione di Finlandia e Lituania che davanti all’indiscrezione sull’espansione dei confini della Russia hanno optato per due strade differenti. Da Helsinki, infatti, il presidente Stubb ha detto di star “monitorando attentamente la situazione” e pur riconoscendo che Mosca “non si è confrontata con noi”, ha promesso di agire “con calma e basandoci sui fatti”; mentre la ministra degli Esteri dalle Finlandia Valtonen ha accusato la Russia di star violando la Convenzione ONU e di muovere una guerra ibrida al solo scopo di seminare “confusione”.
Dall’altra parte, invece, la reazione della Lituania è stata ben più dura, con il ministro degli Esteri Landsbergis che parla di escalation contro la Nato e l’UE e propone una risposta “adeguatamente ferma”, pur aprendo ad un tavolo di confronto con il Cremlino. Dal conto suo, infine, la Russia non ha smentito direttamente la proposta di modifica dei confini con Lituania e Finlandia – con il solo Peskov che ha negato qualsiasi implicazione politica nella decisione – e spigando nella bozza rimossa che si tratta di una semplice modifica dei confini misurati nell’ormai lontano 1985 non più corrispondenti alla realtà geografica del territorio.