La Russia esclude un suo coinvolgimento nell’incidente aereo che ha provocato la morte di Yevgeny Prigozhin, il leader della Wagner, e di altre nove persone. Le ipotesi di una vendetta di Vladimir Putin, dopo il tentato golpe di qualche mese fa, sono infatti divenute insistenti in queste ore. Il sentore è che sia stata posizionata una bomba all’interno del velivolo oppure che quest’ultimo sia stato intercettato da un missile. In entrambi i casi proprio per uccidere il numero uno della compagnia militare privata. A sostenere questa tesi è stato anche il presidente ucraino Volodymir Zelensky: “Noi non c’entriamo niente, tutti sanno chi è il responsabile”, ha affermato.



Vladimir Putin, come riportato da Tgcom24, ha tuttavia respinto le accuse, porgendo le condoglianze del Cremlino alle famiglie delle vittime e affermando di essere dispiaciuto per la scomparsa dell’oligarca convertito a capo militare, definito “un uomo dal destino difficile ma di talento, che ha lavorato per il nostro Paese e all’estero e ha ottenuto i risultati di cui aveva bisogno sia per se stesso sia, quando gliel’ho chiesto, per la causa comune”. Inoltre, ha sottolineato che la sua compagnia militare “ha dato un contributo significativo alla lotta contro il nazismo in Ucraina: non lo dimenticheremo mai”.



Russia nega coinvolgimento in morte di Prigozhin: le parole di Vladimir Putin

Il presidente della Russia, nel negare qualsiasi coinvolgimento nella morte di Yevgeny Prigozhin, ha anche annunciato una “indagine approfondita” per comprendere le cause dell’incidente aereo. Ad occuparsene sarà una commissione investigativa ad hoc. “Gli investigatori mi hanno informato questa mattina della tragedia, vedremo cosa diranno nel prossimo futuro”, ha concluso.

La fiducia da parte dei Paesi esteri nei confronti dell’inchiesta in questione è tuttavia pressoché nulla. “Non sono sorpreso. Non c’è molto di quello che accade in Russia in cui Vladimir Putin non sia dietro. Ma non so molto al riguardo”, ha commentato nelle scorse ore Joe Biden, presidente degli Stati Uniti. Anche la Wagner stessa ha puntato il dito contro i “traditori” del Paese. La sensazione però è che dopo la morte del suo leader il gruppo non riuscirà più a sopravvivere come struttura militare parallela quasi indipendente.