A poche ore di distanza dalle dichiarazioni rilasciate dal cancelliere tedesco Olaf Scholz sull’ipotesi di includere anche la Russia al prossimo summit per la pace in Ucraina che dovrebbe tenersi nei prossimi mesi in Svizzera, è arrivata anche la risposta del Cremlino che per mezzo del portavoce ufficiale Dmitry Peskov si è detto pronto a discutere qualsiasi piano venga proposto: una aperturista che non dovrebbe sorprendere anche perché – nella stessa dichiarazione – è stato messo ben in chiaro che tutti dipenderà da quali sono le carte in tavola, lasciando intendere che qualsiasi posizione diversa da quella già avanzata dal Cremlino troverà (ipoteticamente) vita difficile.
Tornando a Peskov, comunque è interessante notare che abbia fatto presente – citato da diverse agenzie russe, a loro volta citate da Ansa – che la Russia “non scarta in anticipo” nessuna proposta per concludere il conflitto ucraino, ribadendo un attimo dopo che “è necessario capire di costa stiamo parlando” prima di accettare o rifiutare la proposta: infatti il portavoce russo ha anche precisato che “non sappiamo più di quanto hanno riferito i media“, specialmente per quanto riguarda gli eventuali “dettagli”.
Sempre nel corso dello stesso intervento, il portavoce della Russia ci ha anche tenuto a far presente che “per quanto riguarda la risoluzione del conflitto (..) con mezzi pacifici” dal conto loro non sembra che ci siano “le precondizioni” perché oltre a “diverse dichiarazioni” da parte dei più disparati leader mondiali, “non vediamo [nulla] da parte del paese che sta conducendo l’intero processo, guidando l’intero Occidente collettivo”; con un riferimento che potrebbe ugualmente sottintendere l’Ucraina o gli USA.
Il piano per la pace in Ucraina di Scholz: “Potrebbe dover cedere dei territori alla Russia”
Insomma, per la Russia non sembrano esserci particolari problemi a trattare con l’Ucraina, purché l’eventuale piano proposto sia simile (se non del tutto identico) a quello esposto diversi mesi fa dallo stesso Putin che disse di voler mantenere il controllo delle regioni di Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson, oltre all’impegno da parte di Kiev ad abbandonare le sue mire di adesione alla Nato: piano ai tempi fermamente respinto sia da Zelensky – che vuole il completo controllo del suo territorio prebellico – che dal resto dei leader mondiali.
In una direzione diversa – invece – muoverebbe l’ipotetico piano di pace tra Russia e Ucraina a cui starebbe lavorando segretamente (e con alcuni colleghi del suo Spd) il cancelliere tedesco Scholz e citato da Peskov perché secondo “un’autorevole fonte parlamentare” citata dal quotidiano Repubblica si tratterebbe di una sorta di piano “Minsk 3” – sul modello, insomma, dei primi due mediati dall’ex cancelliera Angela Merkel – inclusivo dell’ipotesi “di cedere pezzi di territorio ucraino a Mosca“.