Russia: l’economia regge nonostante le sanzioni

Ormai da dieci mesi ininterrotti la Russia è in guerra contro l’Ucraina, in quella che si è trasformata a tutti gli effetti in una guerra di logoramento e che ha avuto ripercussioni sull’intera economia globale. Da 10 mesi, inoltre, sulla Russia pendono le sanzioni imposte dalla maggior parte degli attori internazionali e che, si prevedeva, avrebbero dovuto pesantemente colpire l’economia di Mosca. Eppure, le cose non sembrano stare affatto così secondo quanto recentemente sottolineato dal quotidiano tedesco Die Welt.



Le sanzioni sembrano non funzionare affatto sull’economia della Russia, tanto che l’iniziale previsione di un calo dell’8,5% fatta dal Fondo Monetario Internazionale è stata ridimensionata ad appena il 3,4%. I ristoranti, racconta il quotidiano tedesco, sono completamente prenotati per Capodanno, mentre sugli scaffali dei supermercati la merce difficilmente scarseggia, ad esclusione delle automobili occidentali che sono pressoché introvabili. La gente in Russia spende meno, conferma un imprenditore russo anonimo al quotidiano, ma di contro la percezione generale è che il Paese non sia neanche impegnato in una guerra da 10 mesi.



Perché la sanzioni contro la Russia non funzionano?

Il quotidiano tedesco, però, oltre a sostenere che le sanzioni in Russia non funzionano, ha cercato anche una spiegazione, interpellando diversi importanti economisti. Tutti sembrano concordi sul fatto che l’economia russa rimane ancora una delle più importanti ed influenti al mondo, nonostante dal 2014, quando avvenne l’annessione della Crimea, sia comunque pesantemente in difficoltà. Per il momento, l’economia sembra funzionare secondo il più semplice dei principi, l’inerzia.

Gli economisti interpellati dal Die Welt sostengono che la maggior parte delle aziende occidentali, nonostante le sanzioni, siano ancora presenti sul mercato della Russia. Putin, infatti, allo scoppio della guerra rese legali le importazioni parallele, con le quali la merce delle aziende occidentali che hanno lasciato il territorio russo riesca comunque ad arrivare, attraverso quello che è a tutti gli effetti un mercato nero legalizzato. Inoltre, le sanzioni contro la Russia sono state in larghissima parte assorbite dagli enormi ricavi fatti da Mosca con la vendita di petrolio e gas nei primi mesi della guerra, ad un prezzo maggiorato (Gazprom il un semestre ha registrato il più alto profitto dal 2004).