Dopo la morte ormai accertata di Prigozhin si scatenano, giustamente, le analisi degli specialisti, e anche di qualche dilettante, su come e perché, e con quali conseguenze è avvenuto questo “incidente”. I commentatori seri sono prudenti, ai complottisti di professione non pare vero di lasciarsi andare a qualunque conclusione. C’è però un fattore che per ora mi sembra troppo trascurato: il popolo. Ancora una volta tutto avviene ufficialmente per il bene del popolo, mentre il popolo continua ignaro ad andare a lavorare e ultimamente a farsi ammazzare. Mi viene in mente il 1991 quando in maggio, nel referendum indetto da Gorbaciov, il popolo scelse a larghissima maggioranza che l’Unione sovietica doveva ancora esistere.
Poi dopo qualche mese ci fu il tentativo di colpo di Stato, fallito, alla Duma e il tentativo di colpo di Stato, riuscito, di Elstin, che ha portato alla fine dell’impero sovietico e alla nascita di una nuova Russia. E il popolo? Il popolo non sapeva niente. A Mosca tutto avvenne mentre il popolo andava a lavorare ignaro di che stesse realmente accadendo. Figuratevi nelle periferie dell’Impero. Oggi si ripropone una situazione per certi versi simile. E’ vero che nella Federazione russa ci sono ormai libere elezioni e che probabilmente non si può mettere in discussione il consenso popolare nei confronti di Putin, ma qualcuno comincia a pensare che forse è venuto il momento di vederci chiaro. Il fatto è che non esiste una vera opposizione se non quella dei nostalgici del Partito comunista o quella di un uomo di estrema destra come Navalny, che, non possiamo dimenticare, fu espulso dal partito liberale Yabloko per eccessi di razzismo contro i caucasici.
Il popolo, quello che va a lavorare, che va a farsi ammazzare e che ora comincia, se può, anche a scappare all’estero, ha bisogno di qualcuno che gli voglia bene, cioè che voglia il suo bene, a cominciare dalla giustizia. E’ innegabile che in questi anni i russi hanno raggiunto un certo benessere. Alcuni, non pochi, anche un benessere esagerato. Ma a quale prezzo? Ieri sera mi veniva da pensare che la proposta del Corpo dei pacificatori, fatta in relazione alla guerra in Ucraina, forse, in qualche modo, potrebbe estendersi anche al territorio della Federazione russa. Certo, lì la questione sarebbe anche più complicata, perché dovrebbe partire da una nuova educazione del popolo. Una volta tanto non dovrebbe essere invaso dai cosiddetti valori occidentali, che spesso ha dimostrato di rifiutare, ma da una riscoperta di ciò che c’è di più vero nella grande tradizione russa. Anime di Rublief, Tchaikovsky, Dostoevskij aiutateli!
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