La nuova generazione deve essere pronta a servire la Russia e a morire per la patria. Questo lo scopo di un programma educativo lanciato dal Cremlino, che non ha alcuna intenzione di porre fine alle sue attività belliche. La riforma della scuola, che entrerà in vigore il 1° settembre, prevede nuove materie per approfondire il tema del patriottismo. Stando a quanto riportato dal Welt am Sonntag, dalla prima elementare gli studenti devono imparare «l’amore per la Russia», dall’adolescenza si passa alle abilità militari di base, compreso l’assemblaggio di armi, come una mitragliatrice. Il Cremlino ha deciso di introdurre misure di vasta portata per “allineare” la prossima generazione, o come afferma il governo russo, «per proteggere la società da informazioni distruttive e influenze psicologiche».
Le immagini di bambini che indossano uniformi, alcuni travestiti da carri armati o aerei da guerra, con la lettera “Z” ben in vista, simbolo della guerra contro l’Ucraina, sono state condivise spesso sui social nell’ultimo anno. Tutto ciò sembra essere solo un anticipo di ciò che avverrà nella società russa nei prossimi mesi. La piattaforma investigativa iStories ha pubblicato estratti dal manuale di un insegnante che cita esempi di risposte esemplari da parte di alunni della terza elementare: «Non fa paura morire per la patria» è una di queste.
CURRICULA PATRIOTTICI UNIFORMI E ORGANIZZAZIONI MILITARI PER BAMBINI
Le singole scuole hanno portato avanti diverse misure patriottiche lo scorso anno, introducendo ad esempio la regola di issare la bandiera russa e di cantare l’inno nazionale il lunedì. Da settembre, però in tutta la Russia si applicheranno curricula patriottici uniformi. Secondo i rapporti, la guerra in Ucraina si sta già facendo strada nei libri di testo scolastici, ovviamente nel modo in cui la propaganda russa la interpreta. Secondo il media di opposizione Meduza, già nella seconda settimana di guerra gli insegnanti ricevevano manuali per spiegare agli studenti “l’operazione speciale”. Tali misure rendono anche più facile per le autorità identificare i “dissidenti”. Meduza, infatti, ha raccolto le testimonianze di mamme che hanno subito pressioni a scuola a causa delle dichiarazioni dei propri figli. C’è chi ha criticato la riforma perché la standardizzazione dell’insegnamento potrebbe abbassare il livello di istruzione. Il governo russo si è giustificato spiegando che insegnare con gli stessi libri in tutto il paese farà risparmiare risorse e tasse di licenza. Inoltre, il Cremlino vuole integrare nella vita scolastica quotidiana la Yunarmiya, un’organizzazione militare per bambini a partire dagli 8 anni.
LE MANI DEL CREMLINO SULLE GENERAZIONI FUTURE
C’è anche un disegno di legge per creare l’Organizzazione della Gioventù dell’Unione Sovietica allo scopo di promuovere «i valori tradizionali, l’amore per la casa e il duro lavoro». Secondo un sondaggio del Centro Levada, considerato indipendente, l’80% della popolazione sostiene tale progetto. Il presidente russo Vladimir Putin però ha preso di mira anche le università. Nei primi giorni della guerra in Ucraina i principali rettori delle università russe hanno pubblicato una circolare a sostegno della “operazione speciale”. La scorsa settimana la Russia ha deciso di ritirarsi dal “processo di Bologna“, il che allontana ulteriormente il sistema educativo russo dall’Europa e rende quasi impossibile la cooperazione nella ricerca e il networking tra studenti. Tutti questi cambiamenti dovrebbero restare anche quando la guerra in Ucraina finirà. Di fatto il Cremlino sta facendo tutto il possibile per garantire che in futuro non emergano neppure movimenti liberali di orientamento occidentale che potrebbero scendere in piazza contro il governo.