È MORTO IL CAPO DELLA WAGNER PRIGOZHIN: “PRECIPITATO IL SUO JET IN RUSSIA”

Clamoroso dalla Russia: è morto Evgheni Prigozhin, fondatore e capo del gruppo Wagner di mercenari al “soldo” del Cremlino in questo anno e mezzo di guerra in Ucraina. L’annuncio è stato dato dall’Agenzia di Stato russa, la TASS, con le conferme della Agenzia federale per il trasporto: l’aereo privato di Prigozhin si è schiantato al suolo nella regione di Tver, in Russia, mentre il volo era partito da circa mezz’ora da Mosca (e diretto pare a San Pietroburgo o addirittura in Bielorussia).



«Tutti e 10 i passeggeri a bordo, incluso il capo della Wagner, sono deceduti in seguito allo schianto. È stata avviata un’indagine sull’incidente», così rilancia la TASS citando l’agenzia nazionale per il trasporto. L’aereo Embraer di proprietà dello stesso Prigozhin, aveva a bordo tre piloti e sette passeggeri: l’incidente è avvenuto vicino al villaggio di Kuzhenkino, con l’aereo che è bruciato quando ha toccato il suolo. Pare fosse in volo da meno di mezz’ora. A bordo dell’Embraer precipitato in Russia, nella regione di Tver, c’era anche il numero due della società di mercenari Wagner, Dmitri Utkin.



FONTI WAGNER: “ABBATTUTO DAI RUSSI”. MISTERO SULLA MORTE DI PRIGOZHIN

Resta il mistero a questo punto sul perché e soprattutto chi abbia voluto morto il capo della Wagner Prigozhin: fino a due mesi fa si sarebbe pensato ad attentato ordito da Ucraina e Occidente contro il “braccio armato” di Putin nella guerra in Ucraina. Dopo il 23 giugno 2023 però tutto è cambiato con quel fantomatico e paradossale tentativo di “marcia su Mosca” dove si ebbero anche 13 morti e 7 elicotteri abbattuti prima del “ritiro” di Prigozhin in Bielorussia dopo la condanna pubblica del Cremlino che parlava di «golpe in corso».



La mediazione di Lukashenko da Minsk ha impedito la cattura di Prigozhin, ottenendo poi un parziale passo indietro della Wagner tornata a presidiare i confini bielorussi e combattere per gli obiettivi della Russia in Africa. Di certo quella “marcia” eclatante non aveva lasciato indifferente tanto Putin quanto le cancellerie occidentali che non riuscivano a leggere cosa realmente fosse successo in quelle ore convulse in Russia. Il canale Telegram Grey Zone – vicino al gruppo Wagner – punta ora il dito contro Mosca: «il business jet Embraer Legacy 600 con numero di registrazione RA-02795, che apparteneva a Yevgeny Prigozhin, è stato abbattuto dal fuoco della difesa aerea del ministero della Difesa russo», dicono con certezza. Quello stesso Ministero guidato da Shoigu, principale obiettivo di Prigozhin nella sua invettiva sulla mala gestione del conflitto ucraino. Le indagini sono in corso ma dopo le parole di Putin sulla tentata marcia sul Cremlino della Wagner – «una pugnalata alle spalle» – tutto resta aperto come scenario: dalla vendetta di Putin che l’aveva “giurata” a Prigozhin nonostante la mediazione di Lukashenko, un attentato filo-ucraino per gettare ancora più incertezza nella gestione militare del Cremlino, o ancora di più un coinvolgimento internazionale. Solo un fatto al momento sembra confermato: la morte del sanguinario ex cuoco di Vladimir Putin che giusto ieri era ricomparso in un video dall’Africa dove giurava l’impegno delle sue milizie in contatto con la Russia.