Vladimir Putin presidente della Russia fino al 2036? Nessun errore di battitura, piuttosto un’ipotesi concreta alla luce dell’approvazione da parte della Duma, la Camera bassa del Parlamento, di un emendamento costituzionale che azzera il numero di mandati presidenziali del leader uscente, consentendogli di ricandidarsi alla guida del Paese per altri due mandati consecutivi. Nel caso dell’attuale inquilino del Cremlino si tratterebbe del quinto e sesto mandato. Per essere esecutivo, l’iter prevede che l’emendamento sia sottoposto ad una terza lettura da parte della Duma, che venga successivamente approvato dal Senato, firmato dal Presidente e, infine, come osservato dallo stesso Putin, approvato dalla Corte Costituzionale e sottoposto al referendum popolare fissato per il 22 aprile. Mancano dunque diverse tappe prima che la proiezione di Putin presidente fino al 2036 sia realtà. Ma l’ipotesi che lo Zar regni sulla Russia fino all’età di 84 anni, di cui 36 passati al potere, superando anche un certo Josif Stalin, non è mai stata così concreta.



RUSSIA, PUTIN PRESIDENTE FINO AL 2036?

A questo scenario si è arrivati in maniera del tutto imprevista e spettacolare, trattandosi di politica. Durante la seconda lettura alla Duma degli emendamenti costituzionali da sottoporre a referendum il 22 aprile, il capo del Partito liberal-democratico ha chiesto di inserire in extremis un emendamento per indire elezioni legislative. Dopo di lui la deputata Valentina Tereshkova, prima donna a volare nello Spazio, ha proposto un emendamento che revocasse il tetto di due mandati presidenziali consecutivi o quanto meno azzerasse il numero di mandati del presidente uscente. Tempo un’ora e Vladimir Putin in persona ha fatto la sua comparsa alla Duma. In un discorso ricco di enfasi, prima ha respinto l’ipotesi del deputato Zhirinovskij di avere elezioni anticipate, poi ha fatto lo stesso con la proposta di revocare il tetto di mandati presidenziali. Diverso l’atteggiamento nei confonti dell’idea di azzerare i suoi, sempre previo consenso della Corte Costituzionali e dei russi: “Il presidente – ha detto – è il garante della Costituzione. In termini più semplici, è il garante della sicurezza del nostro Paese, della sua stabilità interna e del suo sviluppo evolutivo. (…) Abbiamo avuto abbastanza rivoluzioni: la quota della Russia per le rivoluzioni è stata esaurita”. Per la cronaca, la Duma ha seguito le indicazioni del Presidente.

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