Una rivolta è scoppiata questa mattina nel carcere di Rostov sul Don, in Russia, dove sei detenuti per terroristi, accusati di essere membri dell’Isis, hanno preso in ostaggio due guardie penitenziarie, in particolare un ufficiale operativo e un ispettore supervisore. I ribelli, come riportato dall’agenzia Tass, erano armati con un coltello, un manganello di gomma e un’ascia antincendio. Il loro obiettivo era evadere attraverso un’auto, che sarebbe dovuta essere fornita proprio daigli agenti sequestrati. 



Dall’esterno tuttavia è stata pianificata e condotta un’operazione speciale che ha portato all’uccisione dei sei terroristi e al salvataggio delle guardie carcerarie in ostaggio. I due uomini non sono rimasti feriti. Sul caso sono adesso state avviate le indagini per comprendere se ci siano stati ulteriori complici e se la rivolta sia stata organizzata dall’esterno. In base a quanto riscontrato, pare che l’attacco fosse in preparazione da diversi mesi, dato che i detenuti si trovavano in celle in aree diverse dell’istituto.



Le indagini sulla rivolta in carcere in Russia: chi erano i 6 terroristi morti

I nomi dei sei terroristi autori della rivolta nel carcere di Rostov sul Don, in Russia, che sono stati uccisi, non sono ancora stati rivelati, ma pare che fossero in arresto per avere pianificato un attacco nella Repubblica di Karacaj-Circassia. Alcuni di loro provenivano dall’Inguscezia e dalla Cecenia, territori che sono sotto controllo da parte di Mosca proprio per l’elevata presenza islamica e per i precedenti tentativi di attentati. I musulmani nel Paese sono d’altronde oltre il 10%, ovvero oltre 14 milioni.



L’ultimo attacco dell’Isis in Russia risale soltanto a pochi mesi fa: a marzo scorso infatti 145 persone sono state uccise in una sala da concerto nella periferia di Mosca e altre diverse centinaia rimaste ferite. In quella occasione furono arrestati 12 islamici con l’accusa di essere legati all’attacco, quasi tutti cittadini del Tagikistan.