La rete di spionaggio della Russia è riuscita ad eludere le sanzioni occidentali per acquistare tecnologia sensibile dalle aziende dell’Unione europea per alimentare la guerra in Ucraina, anche dopo il giro di vite occidentale su questo giro di contrabbando. Lo rivela un’inchiesta giornalistica del Financial Times, da cui si evince che la catena di approvvigionamento segreta dell’FSB (Servizio federale per la sicurezza della Federazione Russa, i servizi segreti russi) ha acquistato beni per la guerra in Ucraina anche dopo l’arresto di alcuni operatori. Il sistema, creato per procurarsi beni come microchip e munizioni, è servito ad ottenere, ad esempio, macchine utensili da Germania e Finlandia, nonostante le sanzioni.



Questa capacità della cellula di approvvigionamento di continuare a operare in Europa evidenzia i limiti delle sanzioni, ma anche la sfida che i governi occidentali devono affrontare per bloccare la fornitura di tecnologia critica per il complesso militare-industriale della Russia. Questo sistema ha un nome: viene chiamato “rete Serniya“. Secondo il Dipartimento di Giustizia Usa lavora su “attività di approvvigionamento altamente sensibili e classificate” per conto dell’agenzia di spionaggio russa FSB, oltre che per la sua Direzione per l’intelligence scientifica e tecnologica, comunemente nota come “Direzione T”. Tra i clienti figurano il Servizio di intelligence estera del Cremlino (SVR), il conglomerato statale della difesa Rostec, il Ministero della Difesa russo e Rosatom, l’azienda statale dell’energia atomica responsabile dell’arsenale nucleare del Paese.



IL CONTRABBANDO DEI SERVIZI SEGRETI DELLA RUSSIA

Il Financial Times è riuscito a scoprire che una società russa, controllata dalla stessa persona a capo della “rete Serniya“, e per gli Stati Uniti “impegnata in attività di proliferazione sotto la direzione dei servizi segreti russi“, continua ad acquistare prodotti da società europee. Dai registri aziendali, dichiarazioni di importazione e interviste emerge che la Trading House Treydtuls, registrata a un indirizzo in una zona industriale a nord di Mosca, ha acquistato 900mila dollari di materiali dall’inizio della guerra in Ucraina, tra cui microchip e articoli per la produzione industriale, soprattutto dall’Unione europea. La società è registrata allo stesso indirizzo di Robin Trade, membro della rete e appartenente alla stessa persona, un cittadino russo di nome Alexey Zibyrov. Quest’ultimo, che non ha ricevuto alcuna accusa da parte delle autorità statunitensi, è considerato una persona di “interesse” in relazione ai suoi legami con i servizi segreti FSB, stando a quanto riferito al FT da un funzionario occidentale a cui è stata mostrata l’inchiesta. Dall’analisi dei registri doganali disponibili in commercio, corroborati dai dati sulle importazioni condivisi dal professor Maxim Mironov, che insegna finanza all’IE business school di Madrid, si evince che Robin Trade ha movimentato 12,2 milioni di dollari di merci in Russia fino all’aprile 2022, prima che le sue entrate crollassero del 90% dopo l’imposizione delle sanzioni.



COSA ACQUISTA LA RUSSIA DA GERMANIA E FINLANDIA

Mentre altre parti della rete hanno interrotto gli acquisti per le sanzioni, Trading House Treydtuls ha cominciato a importare macchine utensili da un’azienda tedesca. Infatti, secondo quanto ricostruito dal Financial Times, i registri doganali evidenziano che Treydtuls ha portato in Russia 22 tonnellate di attrezzature dalla Germania, per un valore dichiarato di 554mila dollari, entro la fine del 2022. Inoltre, Treydtuls ha contemporaneamente acquistato 253mila dollari di schede per circuiti integrati da una piccola azienda di Singapore. Gli articoli erano prodotti dai gruppi statunitensi di semiconduttori Analog Devices, Texas Instruments e Altera e dalla società tedesca IC-Haus. Si tratta di aziende che hanno cessato le esportazioni verso la Russia, aumentando la necessità per le entità statali e militari russe di rifornirsi di elettronica avanzata da Paesi terzi. Treydtuls ha anche acquistato 3.700 dollari di dischi da taglio e rettifica rinforzati da un’azienda della Finlandia. Si tratta di articoli soggetti a restrizioni da parte del governo britannico per quanto riguarda l’esportazione in Russia, Corea del Nord e Iran, ma non sono vietati dall’Unione europea. FT precisa che non ci sono prove che indichino che le aziende europee fossero consapevoli di avere a che fare con una società collegata all’intelligence russa. “Anche prima dell’aggressione russa in Ucraina, il loro modus operandi era quello di contrabbandare merci e cercare di trovare persone disposte a spostare queste merci oltre il confine. I nostri servizi di sicurezza hanno seguito questo fenomeno negli ultimi 10-15 anni. Il fenomeno si è intensificato“, ha dichiarato al Financial Times il ministro estone Erki Kodar, responsabile delle sanzioni.