In una recente intervista rilasciata al quotidiano francese Le Parisien, Andriy Kostin, procuratore generale dell’Ucraina, ha parlato dei crimini commessi dalla Russia sul territorio ucraino. Amico intimo di Volodymyr Zelensky, è stato eletto procuratore il 27 luglio e fin da subito ha iniziato a cercare giustizia per i crimini di guerra. Un lavoro certamente complesso e che porterà, se tutto va bene, circa 600 funzionari russi in tribunale, tra cui anche il neo zar Putin.



Fino ad oggi il procuratore è riuscito a completare 269 indagini che hanno portato alla condanna di 25 esponenti della Russia. “I nostri investigatori arrivato sulla scena subito dopo i soccorritori e i pompieri”, ha raccontato Kostin, “le 66mila indagini sui crimini di guerra sono la nostra priorità”, ma di contro devono anche fare i conti con la giustizia ordinaria, che nonostante la guerra procede normalmente. Parlando di Butcha, città da poco liberata dalla Russia, sostiene che “tutti i procuratori disponibili nel paese sono venuti in aiuto”. “Ovunque vadano i russi”, racconta, “trasformano il luogo in una nuova Butcha. Quando la regione di Kharkiv è stata liberata in autunno, abbiamo trovato gli stessi tipi di crimini del nord di Kiev”.



I crimini di guerra della Russia

“Questi crimini non sono il risultato di una o più unità specifiche fuori controllo”, sostiene ancora Kostin parlando dei crimini della Russia, “sono il segno distintivo dell’intero esercito russo, che usa la crudeltà verso i civili come metodo di lavoro”. Crimini che si radicano anche in un tentativo di de-ucrainizzazione, “un chiaro segnale ai soldati di essere più crudeli possibile“.

“Quando i bambini vengono vengono prelevati dalle loro comunità e trasportati in Russia”, continua ad accusare Kostin, “e offerti in adozione, l’obiettivo è quello di demolire la loro identità ucraina. Abbiamo 16mila casi aperti di bambini deportati“. Crimini, continua a spiegare, per cui i funzionari russi prima o poi, secondo il procuratore ucraino, dovranno pagare. “Vorrei che i beni già congelati della Russia”, spiega a Le Parisien, “e degli oligarchi coinvolti in questa guerra fossero confiscati. Questi fondi potrebbero essere utilizzati per risarcire gli ucraini che hanno sofferto, che hanno perso i loro cari, che sono stati feriti, violentati o torturati, o che non hanno più nulla”.