Su ordine di Vladimir Putin, il 3 giugno la famosa icona della Trinità di Andrej Rublev è stata trasferita dalla Galleria Tretyakov alla Cattedrale ortodossa di Cristo Salvatore a Mosca. Una mossa che viene inserita nel contesto della “politica religiosa” del Cremlino. Ci sono, infatti, sempre più voci che denunciano l’uso, se non addirittura la strumentalizzazione, dei simboli religiosi in Russia da parte del Cremlino. Opera della pittura russa del XVI secolo, l’icona di Andrej Rublev è uno dei capolavori del patrimonio ortodosso agli occhi del Patriarcato i Mosca. Ora è al centro di un acceso dibattito.
«Come tutte le icone, anche quella di Roublev ci appartiene. Dovrebbe rimanere in una chiesa per i fedeli, non in un museo per i curiosi», dichiara, come riportato da La Croix, uno dei due sacerdoti che accolgono la folla nel cuore della cattedrale. Invece, Leonid Sevastyanov, uno dei rappresentanti dei Vecchi Credenti, che si sono separati dalla Chiesa ortodossa russa dopo essersi rifiutati di adottare le riforme avviate nel XVII secolo, sostiene: «Non può essere una proprietà ex esclusiva della Chiesa; tutti i russi, non credenti, di altre confessioni o membri dei Vecchi Credenti, devono poterla vedere». Il dibattito, però, ha assunto rapidamente una dimensione politica, perché per gli osservatori questa mossa è il segno del desiderio di Vladimir Putin di rafforzare ulteriormente i suoi legami con la Chiesa ortodossa russa.
RUSSIA, POPULISMO O IDEOLOGIA MAGICA?
In una fase della guerra in Ucraina in cui Vladimir Putin ha particolarmente bisogno del sostegno e dell’influenza della Chiesa ortodossa russa, soprattutto nella difesa dei valori, la decisione di trasferire la famosa icona della Trinità di Andrei Rublev nella Galleria Tretyakov va dunque in questa direzione, secondo La Croix. C’è anche chi accusa il Cremlino, con cui il Patriarca Kirill intrattiene un rapporto ambivalente, di trarre profitto dal simbolo dell’icona. «È populismo! Le autorità vogliono essere vicine al popolo e possono dire: “Rublev in una chiesa e non in un museo, questo è un ritorno al popolo”», dichiara un politologo indipendente. Kathy Rousselet, direttrice della ricerca di Sciences Po, spiega che «il Cremlino e il Patriarcato si basano sulla convinzione che, oggi come durante la Seconda guerra mondiale, le icone siano portatrici di azioni miracolose».
Come riportato da La Croix, parla di una «ideologia magica», profondamente radicata tra i credenti in Russia e «condivisa da Vladimir Putin e dagli uomini forti del regime». Uno dei ferventi promotori di questa ideologia “miracolistica” è il metropolita Tikhon Shevkunov, che sarebbe il confessore personale del presidente russo e una delle sue principali guide spirituali. «Con il trasferimento dell’icona di Rublev alla Cattedrale di Cristo Salvatore, dove ogni visitatore se ne va dopo aver ricevuto in dono un’icona in miniatura della Trinità, il Cremlino e il Patriarcato sembrano ora più che mai voler unire le forze», conclude il giornale francese.