È una giornata – a dir poco – di paura e terrore quella che stanno vivendo i tanti cittadini della Repubblica autonoma del Daghestan, situata nella zona più a Sud del Caucaso (ovviamente in Russia) dove alcuni uomini armati avrebbero compiuto un vero e proprio attentato terroristico: il bilancio sarebbe già di per sé terribile, ma dalle poche notizie che trapelano dai media russi sembra che le tensioni non siano ancora calate, con i terroristi attualmente in fuga e la maggior parte degli agenti di polizia impegnati nel loro inseguimento. Ignote – attualmente – le ragioni dietro all’attentato terroristico organizzato nel Daghestan, ma si ipotizza che possa essere in qualche modo legato al fatto che in quella regioni risiedono la più ampia comunità di musulmani dell’intera Russia meridionale e una delle più folte comunità ebraiche; tesi avvalorata ulteriormente dagli obiettivi primari dei terroristi: una chiesa (alcuni media parlano di due) ortodossa e una sinagoga.
Video Attentato terroristico in Daghestan: cosa è successo
Le notizie – come dicevamo poco fa – sono ancora piuttosto raffazzonate e incerte, ma sembra chiaro che l’attentato terroristico in Daghestan sia stata un’operazione meticolosamente pianificata per colpire in contemporanea nelle città di Derbent e Makhachkala, distanti circa un centinaio di chilometri ed entrambe situate lungo la costa del Mar Caspio; mentre alcune tensioni si sono registrate anche nella ancora più distante cittadina di Abkhazia, al confine con la Georgia.
Secondo quanto è stato ricostruito fino ad ora, un manipolo di uomini armati avrebbero preso di mira l’antichissima sinagoga – patrimonio Unesco – di Derbent e la chiesa ortodossa locale, prima di darsi alla fuga inseguiti dagli agenti di polizia; salvo poi scontrarsi con un posto di blocco si è verificato uno scambio di proiettili. Tornando al nostro punto di partenza: il bilancio delle vittime – fino ad ora – parla di almeno 6 agenti di polizia della Russia uccisi dai terroristi, mentre altre 12 persone (forse civili, forse altri agenti) sono rimaste ferite; ma tra i morti si conta anche padre Nikolai, il prete dell’antica sinagoga del Daghestan.